…Noi amiamo le Passioni…
Giustizia è (quasi) fatta
Ostentando un distacco ipocrita, cerco di anestetizzare
il cuore con le immagini di festa che arrivano dai Mondiali in Sudafrica. La verità è che non me ne importa niente:della festa, dei Mondiali e del Sudafrica. Per me l’unica partita che conta, la più importante della storia, si giocherà domenica sera ed è la finale dei playoff di serie B fra Brescia e Torino, dove la squadra dei Buoni - la mia, ovviamente - tenterà di vendicare l’ignobile furto subìto all’andata.
Quando l’arbitro ha annullato un gol all’ultimo minuto che mai avrebbe annullato in qualunque altro stadio dell’universo, e un difensore ha picchiato impunemente il mio capitano, e i dirigenti della squadra avversaria, anziché benedire tutta quella grazia ricevuta, hanno tenuto un comportamento al di sotto della soglia minima di sportività (che persiste, sia pur bassissima, persino nel calcio), denunciando
la presunta bestemmia che il capitano avrebbe
pronunciato con le labbra ancora sporche di sangue, nella speranza di ottenere la sua squalifica per la sfida decisiva. Dopo alterne sentenze, il capitano giocherà, ma la consapevolezza di essere stato comunque vittima di un sopruso scuote la bestia emotiva accucciata dentro di me. So di essere una persona impossibile, in questi momenti. Eppure sento di stare dalla parte della ragione, che poi è la consapevolezza di tutti i faziosi. Non riesco a rinunciare all’ultima illusione dell’infanzia. Che in un mondo dove tutto fa
schifo allo stesso modo, il mio Toro resti qualcosa di diverso e proprio per questo si erga a bersaglio innocente di tanto orrore.
12 Giugno 2010 Massimo Gramellini La Stampa
…di qualsiasi genere e colore purché Leali.
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