giovedì 28 luglio 2016

Le pillole future le troverete qui:
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 Grazie 
gba

La pillola di oggi

Allora ero
uno dei tanti “diversi”
oggi sono un marziano…

28/7/2016 La Repubblica - CULTURA

Trentacinque anni fa il confronto di Scalfari 
con il segretario del Pci
Ecco un estratto dell’intervista

La questione 
morale

“I partiti? Solo potere e clientela” Così Berlinguer lanciò l’allarme
EUGENIO SCALFARI

«I partiti non fanno più politica», mi dice Enrico Berlinguer, ed ha una piega amara sulla bocca e nella voce come un velo di rimpianto. Mi fa una curiosa sensazione sentirgli dire questa frase. Siamo immersi nella politica fino al collo: le pagine dei giornali e della tv grondano di titoli politici, di personaggi politici, di battaglie politiche, di slogan politici, di formule politiche, al punto che gli italiani sono stufi, hanno ormai il rigetto della politica e un vento di qualunquismo soffia robustamente dall’Alpi al Lilibeo...

«No, non è così», dice lui scuotendo la testa sconsolato. «Politica si faceva nel 1945, nel 1948 e ancora negli anni Cinquanta e sin verso la fine dei Sessanta. Grandi dibattiti, grandi scontri di idee e, certo, anche di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune. Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del Paese e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, n’era ricambiato ».

Oggi non è più così?

«Direi proprio di no: i partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia».

La passione è finita? La stima reciproca è caduta?

«Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”».

Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.

«È quello che io penso».

Per quale motivo?

«I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente: ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura dei vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti».

Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.

«E secondo lei non corrisponde alla situazione?».

Debbo riconoscere, signor segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del Paese da un pezzo.

«La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel ‘74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell’81 per l’aborto, gli italiani hanno fornito l’immagine di un Paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane. Ma io credo di sapere a che cosa lei pensa: poiché noi dichiariamo di essere un partito “diverso” dagli altri lei pensa che gli italiani abbiamo timore di questa diversità».

Sì, è così, penso proprio a questa vostra conclamata diversità. A volte ne parlate come se foste dei marziani, oppure dei missionari in terra d’infedeli: e la gente diffida. Vuole spiegarmi con chiarezza in che consiste la vostra diversi- tà? C’è da averne paura?

«Qualcuno, sì, ha ragione di temerne, e lei capisce subito chi intendo. Per una risposta chiara alla sua domanda, elencherò per punti molto semplici in che consiste il nostro essere diversi, così spero non ci sarà più margine all’equivoco. Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione: e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni. Ecco la prima ragione della nostra diversità. Le sembra che debba incutere tanta paura agli italiani?».

Lei ha detto varie volte che la questione morale oggi è al centro della questione italiana. Perché?

«La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. Ma poi, quel che deve interessare veramente è la sorte del Paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi: rischia di soffocare in una palude. Ma non è venuto il momento di cambiare e di costruire una società che non sia un immondezzaio?».

Per cambiare occorre una

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“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazzare le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro.” Martin Luther King

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lunedì 4 luglio 2016

La pillola di oggi

Qui siamo arrivati…

“Una globalizzazione dal volto umano la sfida per battere le disuguaglianze”

Christine Lagarde. Il direttore dell’Fmi: bisogna imparare a redistribuire le ricchezze imporre limiti ai privilegi e tutelare i più deboli

Troppi incidenti con il car sharing e adesso arriva la scatola nera

La decisione di Enjoy: già sei episodi gravi nel 2016 “Così controlleremo il comportamento al volante”

Pellé e Zaza. 
La prevalenza dello sbruffone

La figuraccia dell’italiano medio con successive lacrime.


Ai più queste tre notizie possono sembrare scollegate tra loro, a mio avviso invece sono strettamente legate da uno stretto filo conduttore.

Che il mondo stia pagando il prezzo di un capitalismo sfrenato che permette, da decenni, a chi ha i soldi di produrre soldi senza creare lavoro, facendo viaggiare gli stessi nell’intero pianeta per far sì che non solo fruttino di più ma siano tassati il meno possibile…meglio se zero… la direttrice del Fondo Monetario Internazionale lo scopre oggi.

Eureka…chissà se ha anche capito, insieme agli altri burattinai del pianeta, che questa è la prima causa, da una parte, dei molteplici conflitti internazionali mossi quasi esclusivamente da interessi economici, dall’altra della creazione di una società che fa dell’individualismo e della mancanza assoluta di rispetto i binari per far sì che il singolo cittadino, obnubilato dalla esigenza di consumare per dimostrare a se stesso e agli altri di esistere, regga un vivere altrimenti insignificante.

Questo è quanto… e quindi le auto del car sharing possono essere trattate malissimo, così come gli avversari in una competizione sportiva; allo stesso modo possiamo gettare le cartacce o i mozziconi delle sigarette per strada, non rispettare le code, insultare chi tarda a ripartire al semaforo, fino a evadere le tasse, lavorare in nero e perché no…rubare o governare senza tenere conto del parere degli altri ma rigorosamente in…democrazia.

Non siamo liberi ma siamo liberi di fottersene sapendo che, se si dovesse esagerare nel farlo, un rimedio c’è, basta chiedere scusa e magari piangere. gba

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lunedì 20 giugno 2016

La pillola di oggi

Renxit


Al di là di ogni possibile interpretazione di parte credo che le tornate elettorali meritino, se si vuole capire, una attenta analisi, per quanto noto, dei fatti oggettivi. Quindi provo a elencarli, in ordine di importanza, dal mio punto di vista.

1) La maggioranza degli italiani non ha più rappresentanza partitica. Una parte enorme lo dimostra disertando il voto, una parte significativa votando in modo ondivago e scegliendo il meno peggio.

2)  Nessun partito ha un radicamento sul territorio fatto di ideali e progetti condivisi.

3)  L’elemento guida del voto è quasi esclusivamente il malcontento che, in quanto tale, induce ai grandi flussi di voti che si spostano, da una tornata elettorale all’altra, senza avere una giustificazione logica se non quella della protesta.

4)  Oggi il M5S è il miglior contenitore di questi stati d’animo ma nell’esserlo da anche, in modo indotto, una speranza di politica pulita e onesta per ora non ancora completamente disattesa dai suoi rappresentanti.

5)  Agli altri partiti rimane ben poco visto che anche i suoi rappresentanti meno condannabili, vedi Fassino, pagano a livello locale il prezzo di una politica nazionale oramai improponibile per arroganza e contenuti.

6)  Non a caso i più renziani dei candidati, Fassino – Giachetti e altri, vengono sommersi dai concorrenti, cinque stelle e non solo, nei ballottaggi. Il meno renziano, Merola a Bologna, a fatica ma resiste. Significativo il suo “Non rottamare ma cambiare”

Di fronte a un quadro del genere, sintetico ma eloquente, vi è un’unica vera lezione. L’Italia non aspetterà più venti anni, come accaduto con Berlusconi, per liberarsi del ciarlatano di turno. Vuole uscire prima possibile dal berlusconismo in salsa giovanile proposto da Renzi, la Boschi e altri improponibili sodali. Per farlo è disposta a tutto e questo è molto ma molto preoccupante per le fondamenta stesse della democrazia.

Lo capiranno tutti i partiti politici e inizieranno, partendo da loro stessi e dalla eliminazione dei  privilegi per tutti i politici e non solo, a proporre onestà, pulizia, rispetto di norme e leggi vigenti, investimenti votati al bene della collettività, giusto riconoscimento di competenze e professionalità, abolizione di ogni tipo di favoritismo?

Se accadrà la Democrazia sarà salva e l’Italia potrà farcela, diversamente sarà un disastro.Il Movimento 5 Stelle in questa opera di pulizia e salvataggio potrà avere un ruolo fondamentale.

Preciso che chi scrive non ha rappresentanza partitica da oltre venti anni ma crede che sia ancora possibile farcela. gba

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“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazzare le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro.” Martin Luther King

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martedì 17 maggio 2016

La pillola di oggi

Successi
e
coerenza


Due degli innumerevoli successi raggiunti  dal governo Renzi sul tema lavoro:

Economia da La Stampa del 17-5-2016
Caporalato, gli sfruttati sono 430 mila
Aumento di trentamila unità in 12 mesi. In agricoltura il boom dei voucher maschera il lavoro nero In un anno l’uso dei ticket è cresciuto del 67%. Doveva fare emergere il sommerso, è servito al contrario

…e sul tema della asfissiante burocrazia:

Economia da La Stampa del 17-5-2016
LA STORIA DELLA XALUXI, SPIN OFF DEL POLITECNICO
Odissea di una startup: 2 anni per un aiuto
MARIACHIARA GIACOSA
RINUNCIARE a un contributo a fondo perduto e indebitarsi con la banca per un prestito da restituire, seppur con tassi agevolati, nei prossimi 5 anni. Succede anche questo, nella galassia delle start up: quelle aziende innovative, di cui molti parlano perché danno lavoro ai giovani e risvegliano l’economia, ma che troppo spesso di trovano a fare i conti con le difficoltà delle imprese alle prime armi e con la burocrazia.

E’ successo a Xaluxi, spin off del Politecnico nato da Neodelis (azienda importatrice di luci a led) che a gennaio ha lanciato sul mercato Ecolumière, led di ultima generazione con sensori che regolano luce e consumi, sull’illuminazione naturale.

«Siamo una start up innovativa e avremmo diritto al contributo a fondo perduto – raccontano - ma abbiamo rinunciato, perché avremmo aspettato due anni e perso mesi ad accumulare scartoffie» sostengono i fondatori di Xaluxi Massimo Ruo Roch e Flavio Ghirardi che hanno preso la stessa decisione anche per il bando per l’industrializzazione della ricerca della Regione. «Sommando le misure “pubbliche” - azzardano – quest’anno potremmo accedere a circa 40 mila euro di contributi, ma rinunciamo perché la burocrazia è troppo macchinosa ».

A “segnare” i due imprenditori sono state le esperienze del passato: 20 mila euro chiesti a Finpiemonte nell’agosto 2012, autorizzati nell’aprile 2013, ma arrivati solo ad agosto 2014. Due anni dopo, «e per un’azienda all’inizio e senza capitale significa chiudere» dicono. E ancora i soldi del bando per le start up che la Regione sostiene con fondi europei: 11 mila euro chiesti a febbraio 2015, “autorizzati” a settembre, rimasti poi fermi per la richiesta di ulteriori documenti. Fino alla settimana scorsa. «Non è colpa dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, perché dal via libera al bonifico è passata solo una settimana» spiegano. A rallentare le procedure è la mole di documenti richiesta «molto più di quanto imponga l’Europa: 92 pagine, ore di lavoro, dieci copie della carta di identità, da allegare alle fatture - lamentano - mancava sempre qualcosa. Se lo facessero per evitare truffe avrebbe senso, ma sono solo vessazioni formali: nessuno ha controllato che i costi fossero reali. Se avessimo chiesto contributi per il contatore di formiche ce li avrebbero dati»

A seguire, sul tema della importanza della coerenza, alcune illuminanti dichiarazioni del ciarlatano:

11 MAGGIO 2016
Referendum costituzionale, Renzi: "Se vince il No lascio la politica"
"Non sono come tutti gli altri. Se posso cambiare il Paese lo cambio, se non lo posso cambiare, ci sarà qualcun altro più bravo di me. Se non passa la riforma io non lascio solo il posto da Presidente del Consiglio, lascio il mio posto da politico". 
16 MAGGIO 2016
Renzi: "Personalizzare referendum? Lo vuole il fronte del no"
16 maggio 2016
Il governo ci ripensa “Si vota solo domenica”

Tutto questo avviene grazie ad un governo eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, che ha a capo un presidente del consiglio nominato, e che sta in piedi grazie ai voti del gruppo ALA, composto da parlamentari eletti nelle liste della opposizione, e guidato da un certo Denis Verdini che ha sei processi in corso.

Rinvio a giudizio per crac
Giornale di Toscana

Giustizia & Impunità
La decisione del gup di Firenze, l'accusa è di bancarotta per le vicende della società editrice Ste. A processo anche il deputato di Ala Massimo Parisi. Secondo l'accusa, i due si sono appropriati di 2,6 ,milioni ricevuti come contributi all'editoria. Per le difese, i soldi sono poi rientrati nell'azienda, dichiarata fallita nel 2014. Il mese scorso la condanna per corruzione, quattro gli altri dibattimenti in corso
di F. Q. | 18 aprile 2016


Anche sul tema maggioranza la coerenza regna sovrana

29 Aprile 2016

Il capogruppo del Pd Ettore Rosato al termine ha dichiarato: «Abbiamo concordato che sui provvedimenti importanti ci siano consultazioni anche con loro. Su questo per noi non ci sono problemi. Del resto compito di una maggioranza è quello di cercare sempre più voti. Cerchiamo, come con altri gruppi, di costruire un consenso, c’è un rapporto di condivisione. E’ stato un incontro molto cordiale con un gruppo che su alcuni provvedimenti ha già votato a favore, speriamo che ne sostengano anche altri con il loro voto – ha aggiunto l’esponente dem -. E’ utile chiarire che loro non sono in maggioranza e del resto non hanno neppure mai chiesto di esserlo».

16 Maggio 2016

Le scelte dei partiti

Il primo comizio di Verdini a sostegno del candidato pd “Ormai stiamo con Matteo”

Povera Italia!!!
Gli Italiani
di buon senso quando 
si ribelleranno?
Gba


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Gba

martedì 26 aprile 2016

La pillola di oggi

Le verità
e il
ciarlatano

Tito Boeri a 'Famiglia Cristiana' qualche settimana fa. Il presidente dell'Inps ha parlato a ruota libera del sistema previdenziale italiano e dell'istituto di cui è a capo. 'Patto intergenerazionale' è tra le parole chiave del lungo approfondimento proposto dal professore della Bocconi, criticato spesso e volentieri dalla maggioranza dei politici per via di alcune sue idee, tra cui, ad esempio, quella relativa al taglio dei vitalizi politici. 

Piercamillo Davigo la settimana scorsa: “la classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi”.

Oggi a Fuori Tg – Rai 3 ore 12.20 - Incompiute
Le strutture costruite e lasciate a metà, i lavori solo avviati e mai ultimati, si contano a decine nel nostro Paese. Perché? Ci sono varie cause, e tutte affondano le radici nella mancanza di programmazione dei lavori pubblici.
Si immaginano strutture, e poi, una volta approvato il progetto si comincia a costruire, senza aver attraversato compiutamente tutte le fasi di verifica del suolo e del sottosuolo, delle caratteristiche idrogeologiche – che in Italia sono così peculiari –  e poi, magari,  una volta avviati i lavori finiscono i soldi.
Così si fermano opere di tutti i tipi, dal Polo Pediatrico dell’Ospedale di Palermo, al Palazzo del Cinema del Lido di Venezia. Cosa fare di questi grandi cantieri aperti e mai chiusi, ma sospesi in eterno? Ognuna di queste incompiute ha una storia speciale.
Ci sono vicende che finiscono con inchieste e processi con sospetti di corruzione, o di infiltrazioni mafiose, con procedure d’urgenza e gare d’appalto al ribasso per l’assegnazione degli appalti.
Ci sono cantieri che causano danni ambientali, e quindi vengono avviate analisi e bonifiche, finanziate e rifinanziate e trascinate per anni, coi costi che lievitavano di ora in ora.
Il degrado di nuovi manufatti costruiti e mai terminati non viene considerato tra gli oggetti urgenti di manutenzione, nei piani di recupero urbanistico. E poi, non tutto si deve completare, quando si sia verificata la scelta sbagliata, inefficiente, fallimentare che è stata alla base dell’avvio dei lavori.  Ma anche per demolire è necessario decidere, con cognizione di causa. Appunto.

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Quando il governo di Matteo Renzi ha presentato, parecchi mesi fa, l’elenco delle opere incompiute, a suo dire per un valore complessivo di quattro milioni di euro, erano sorti molti dubbi sulla sua completezza e veridicità. Bene oggi sappiamo, grazie a Rai 3, che l’elenco è ben più lungo e supera i DIECI MILIONI di Euro di valore.

Il Governo non ha messo mano a nessuno di queste opere incompiute, per completarle o demolirle, nel frattempo il ciarlatano, uomo inattendibile ma di grande eloquio, gira l’Italia, e non solo, parlando di ripresa, grandi lavori e altre fandonie oramai insite nel suo dna.

Allo stesso modo le “verità” di Davigo e Boeri sono subissate di critiche dagli insignificanti sodali del ciarlatano pagati per “fare fumo” quando serve onde confondere il popolo già di per sé sufficientemente confuso e inconsapevole.

Questo avviene grazie ad un governo che, con un presidente del consiglio non eletto, si regge grazie ai voti del gruppo di Denis Verdini, uomo con SEI PROCESSI in corso, in un Parlamento che conta oltre 117 inquisiti tra le sue fila.

Che altro dire. L’unica speranza è un moto di orgoglio che tra le amministrative e il referendum costituzionale porti gli Italiani onesti e eticamente motivati a far si che una onda di pulizia invada il Paese ed il Parlamento.

Dopo il referendum costituzionale, se dovesse vincere il si, sarà tutto molto ma molto più difficile. Gba


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