Forza Mondo…
Mondonico choc: «Lascio per gravi motivi di salute»
«Noi siamo gli indiani contro i cowboys, chissà che una volta gli indiani non vincano la loro battaglia», diceva Emiliano Mondonico quando preparava il Toro contro la Juve. Ecco, questa volta l’indiano è da solo e il cowboy anche, ma è tosto, cattivo e pure vigliacco.
Tanto da far dire al Mondo, ieri, dopo l’1-1 del suo AlbinoLeffe contro l’Ascoli, che lascia temporaneamente la panchina. «Per gravi motivi di salute»: una formula che nasconde tutto, ma che anche vuol dire tutto. Il tecnico già domani sarà in ospedale e la notizia ha ovviamente choccato il mondo del calcio.
A partire dalla sua Bergamo dove nessuno sapeva della malattia né tanto meno della svolta improvvisa. 1050 panchine festeggiate la settimana scorsa, una carriera col baffo e una sedia alzata nella notte di Amsterdam, era la finale di coppa Uefa nel ‘92: l’istantanea che lega il Mondo all’universo granata. «Questa è una nuova battaglia, non mollo lo spirito è forte.
Ringrazio per l’affetto i tifosi»: poche parole, ma toste per un uomo che da domani se la va a giocare in un altro campo. «La società augura a mister Emiliano Mondonico di vincere l’ennesima sfida che lo aspetta con l’auspicio di riaverlo quanto prima alla guida della nostra squadra»: è il messaggio dell’AlbinoLeffe, che ha affidato la squadra a Daniele Fortunato, che del Mondo è come un fratello minore. Ma è anche il messaggio di tutti.
La Stampa
30 gennaio 2011-01-30
[P. BRU.]
…disgustati da nani e ballerine, esaltati dal Tuo modo di “essere”, siamo orgogliosamente
al Tuo fianco,
sicuri di poter vincere
anche questa
battaglia.
gba
Al mondo c'è ancora qualcuno che sa cosa significa "dignità" e spero che questo modo di essere si trasmetta e lasci traccia nei pensieri della gente e che faccia riflettere su stili di vita...
RispondiEliminacoraggio e forza per superare questa sfida...
A.
Per quelli che il delle alpi lo riempivano c'è un personaggio che rappresenta i momenti di gloria, i momenti in cui eri allo stadio al mercoledi' sera e gli avversari parlavano straniero.
RispondiEliminaC'è un uomo caparbio, cocciuto, all'antica, che sul viso ha i segni della vita, che mi lega a quei momenti.
Uno di quelli che quando lo guardi dici "questo si che è uno che lavora"
Per quelli che il dellealpi lo riempivano di calore anziche' abbatterlo, uno cosi' lo si ricorda come si ricorda un papa', severo ma al tempo stesso rassicurante,
E persino in quel vecchio comunale dai colori sbiaditi e dai pantaloncini corti corti, ti viene in mente un'immagine di lui che urla a qualcuno di darsi da fare.
L'omino che combatte ogni partita come fosse l'ultima, l'omino silenzioso che pero' se parla .... tutti stanno in silenzio...ad ascoltare, quasi come con Pupi.
Quello che prendeva a calci nel didietro i giocatori ma non se sbagliavano, se non avevano voglia.
Non guardava in faccia nessuno quell'omino quando si sedeva in panca a dirigere i brocchi di turno... qualunque fosse lo stadio in cui si giocava
e pensare che quei brocchi li faceva filare talmente tanto, che magari a volte, ti arrivavano pure in europa...
Per noi che siamo stati in piedi inmaratona, quando c'era una maratona, il mister era uno da chiamare a gran voce e non uno da criticare col vicino nascosti da un giornale aperto.
Quando eravamo in piedi noi in maratona era in piedi anche lui a bordo campo.
Se saltavo io saltava lui, se mi arrabbiavo io .. beh lui di piu'.
Quell'omino ha dato ad una sedia di plastica il valore che mai nessun trofeo avra'.
Quell'uomo trasmetteva la voglia di correre di lavorare, a chi di voglia... beh.. no comment.
Non chiedeva mai calciatori cosi' o cosa'... si faceva andare bene quello che c'era e caso mai chiedeva ai calciatori di diventare cosi' o cosa', e stranamente quelli diventavano proprio cosi' o cosa' !!
Beh adesso quell'omino tanto volenteroso e caparbio e umile lavoratore del calcio, ha un lavoro da fare tutto particolare, ha una partita che non puo' perdere e non deve farci perdere.
adesso quell'uomo ha uno stadio particolare attorno a se, e il tam tam che sente non sono tamburi ma cuori èd il rumore che si stringe attorno a lui saimo noi, i tifosi che adesso come allora urlano a gran voce il suo nome.. Emiliano eh eh Emiliano oh oh .. se chiudo gli occhi... lo sento in lontananza questo coro.
Adesso Mondo hai bisogno del nostro tifo della nostra voce del nostro calore e non voglio che vengano a mancarti.
Forza mister !! alza la sedia e questa volta, mi raccomando, VINCI !!!
Ti vogliamo a bordo campo ad urlare è quello il tuo posto non farci dire che ci manchi.
F.C.