martedì 29 marzo 2011


 Dedicato
a chi soffre
per la crisi
economica…
 
Onorevoli redditi, raddoppio del Cavaliere
Da 23 a 41 milioni di euro
Bongiorno batte Ghedini
La Russa ministro al top

E su 630 solo 80 «on line»
 



Cosa voglia dire entrare nel magico mondo degli “onorevoli” lo può raccontare meglio di ogni altro l’ex insegnante di inglese Pietro Mazzacan che nel 2009, l’anno prima di aggiudicarsi un seggio alla Camera con l’Udc, dichiarava 10.330 mila euro e si è ritrovato di colpo a fianco di colleghi che guadagnano dieci volte tanto, senza contare gli elenchi di proprietà e beni patrimoniali che costellano le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari: come la casa in Kenya della Melandri o il “pied-àterre” parigino di Enzo Ghigo, la Jaguar del Pdl Stracquadanio o la Porsche del libdem Tanoni. Piccoli lussi agli occhi del Cavaliere, che con 41 milioni di euro del 2009 ha visto lievitare del 77% la sua precedente dichiarazione, «ferma» a 23 milioni. E si vede che governare porta fortuna, visto che in due anni, da quando nel 2008 è tornato a Palazzo Chigi, il reddito di Berlusconi è cresciuto del 181%, con 17 milioni di imposte versate al fisco nel 2009, contro i 123 mila euro di tasse del titolare del Tesoro, Giulio Tremonti.
 
Stato civile «separato», nessun nuovo acquisto di barche, auto o partecipazioni in società, anzi una vendita del 50% di un immobile in comproprietà a Milano: questo risulta dalla dichiarazione del primo ministro che stacca di molte lunghezze quelle di deputati e senatori, presentate nel 2010 e riferite al 2009, rese pubbliche come ogni anno a fine marzo. Pubblicità che non deve risultare troppo gradita alla maggioranza dei 630 deputati, se solo 80 di loro (e due ministri, Frattini e Brunetta) hanno aderito alla delibera della presidenza sollecitata dalla Radicale Bernardini, di mettere on line introiti e patrimoni. E dopo tutto quello che ha fatto per la trasparenza della pubblica amministrazione, Brunetta non poteva ignorare l’invito, risultando peraltro tra i più ricchi membri del governo con i suoi 300 mila e passa euro; dopo La Russa (374 mila), Gianni Letta (342 mila) e Tremonti (risalito dai 40 mila euro del 2008 per via di un conguaglio fiscale, ai 301 mila euro del 2009). Più in basso Frattini a 237 mila, il neo ministro Saverio Romano a 236 mila e via elencando; per finire con i più «poveri» della compagine: Angelino Alfano, battuto dalla moglie (168 mila contro 229 mila euro), Mara Carfagna (quasi 166 mila euro), Paolo Romani (162 mila) e Giancarlo Galan (149 mila).
 
Per scovare il secondo in classifica dopo Berlusconi bisogna guardare al circolo degli imprenditori, dove spicca Antonio Angelucci con i suoi 6 milioni di euro. Nel club degli avvocati, i «futuristi» Consolo e Bongiorno, con 2,3 e 2 milioni di euro vincono il match con i legali vicini al Cavaliere, Paniz e Ghedini (1,7 e 1,3 milioni). Mentre tra i leader di partito, escluso Berlusconi, il vincitore dell’edizione 2009 è Gianfranco Fini, passato da 142 a 186 mila euro, (battuto però dal suo pari grado al Senato Schifani, passato da 190 a 230 mila euro) e tallonato da Tonino Di Pietro (in calo da 193 a 176 mila euro) e da Bossi (167 mila); i leader di Pd e Udc, Bersani e Casini, scendono da 150 a 137 mila euro e da 123 a 106 mila euro nel 2009. A Palazzo Madama, l’oncologo Umberto Veronesi con 1,3 milioni, guida una top ten dove figurano lo scrittore Carofiglio del Pd (quasi un milione di euro), Giuseppe Ciarrapico (900 mila), Carlo Azeglio Ciampi (717 mila) e Marcello Dell’Utri (580 mila euro).
 

 



29 Marzo 2011 - La Stampa
CARLO BERTINIROMA
 
…senza avere
il coraggio
di ribellarsi.
 
 
gba
 

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