Amicizia
e
coerenza…
Romano, prima nomina
al magistrato amico
della cricca degli appalti
Neo-ministroSAVERIO ROMANO
APPENA NOMINATO ALLE POLITICHE AGRICOLE
NONOSTANTE LE «RISERVE» DEL QUIRINALE
Appena nominato ministro delle Politiche agricole nonostante le «riserve politico-istituzionali» del Quirinale per l’inchiesta in cui è indagato (concorso esterno in associazione mafiosa, il Gip deve pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione), Saverio Romano procede alla nomina del suo braccio destro. Il primo atto da ministro è la scelta di Antonello Colosimo come capo di gabinetto. Il nome di Colosimo, magistrato della Corte dei conti ed ex vice
Alto commissario anti-contraffazione, spunta nell’inchiesta sulla Protezione civile come punto di riferimento di uno dei protagonisti della cricca, l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, quello che rideva la notte del terremoto in Abruzzo e tre giorni fa ha tentato il suicidio. Colosimo, che non risulta indagato, chiamava Piscicelli «fratello» e per i pm di Firenze intesseva con lui «ambigui rapporti di affari».
All’inizio del 2008 i carabinieri intercettano numerose conversazioni tra Colosimo e Piscicelli, che rivelano («Ehi, Antonellino», «Sì, bello», «Un bacio, ciao», «Tesoro mio») «un rapporto confidenziale». Colosimo «si spende tanto» per la soluzione dei problemi di Piscicelli con le banche, procurando appuntamenti e talvolta accompagnandolo. L’intervento sembra sortire effetti positivi: «tappeti rossi», riassume Piscicelli.
Colosimo se ne vanta: «Tu devi far fare sempre a me... tu non hai capito niente!». Se sorge un intoppo, Colosimo chiama un funzionario bancario e «lo manda praticamente affanculo». Non esita a contattare Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa-SanPaolo, «che non mi ha mai detto no». Ma quando Passera non soddisfa la richiesta, la situazione precipita. Piscicelli: «Madonna! Mo mi viene un infarto... cazzo!». Colosimo: «A me mi viene un infarto... cazzo!». Piscicelli: «Abbiamo fatto una serie di casini! E’ un dramma». Colosimo: «Vediamo come venirne fuori perché se no passiamo tutti un brutto momento». Dall’uso del plurale i carabinieri desumono «uno stretto rapporto di cointeressenze». Di certo Colosimo rivendica un ruolo strategico per le sorti imprenditoriali dell’amico fraterno: «Io sono l’autore del disegno».
Colosimo e Piscicelli parlano anche degli incontri con Angelo Balducci, dominus dei grandi appalti in ottimi rapporti con entrambi. Colosimo sollecita Piscicelli a ottenere da lui «quell’altro elenco» dei lavori in ballo. Subito dopo un incontro con Balducci, Piscicelli telefona a Colosimo esultante: «Tutto molto bene». E quando Balducci cambia incarico, lasciando i grandi appalti, Colosimo se ne rammarica con Piscicelli: «E’ fuori, perde operatività». «Allora non è una buona notizia».
Nello stesso periodo Silvana Fiore, moglie di Colosimo, chiede a Piscicelli «una piccola consulenza» sulla ristrutturazione di una piscina nella casa di campagna. Piscicelli suggerisce una ditta, ma la donna è preoccupare per il prezzo dei lavori, teme sia alto («Sì, ma quello ti fa a te ‘sto prezzo... sono disperata»). Piscicelli la tranquillizza: «Non gli devi pagare niente... io ti faccio chiamare, poi non parlare di soldi, non parlare di niente, parlasse con me di soldi». L’intervento di Piscicelli garantisce un forte sconto sui lavori.
Piscicelli si attiva anche con Marco Bassetti, presidente della società di produzione tv Endemol, per far ottenere un prestigioso incarico a Colosimo. Ne parla anche con il cognato Pierfrancesco Gagliardi, che diffida di Colosimo ma alla fine concorda sulla «raccomandazione» da procurare al magistrato, sia pure con altre motivazioni: «Ah bè, per trovargli una postazione idonea, un ponte di comando. Va bene, mal che vada ci procura quattro troie, le ballerine della televisione».
Nell’ordinanza del 2010 il gip Rosario Lupo definiva tali rapporti «poco chiari» e spiegava che «il coinvolgimento a vario titolo e in gran parte ancora da definire di personaggi di grossa levatura istituzionale» come Colosimo rivela «la pericolosità del sistema gelatinoso» dei grandi appalti, «che corrode in modo profondo rapporti economici, istituzionali e anche sociali».
La Stampa 3 Aprile 2011
Giuseppe Salvaggiuloroma
sono valori
fondamentali
per chi ci governa…
disonestamente.
Meditate
gente
meditate.
gba
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