martedì 8 novembre 2011


 Visto che
i tempi migliori
tardano
 ad arrivare
noi continuiamo
a parlare di PASSIONI !!!


 
«Viva l'Italia!»
primo passo per lo sviluppo
 



Non si crea per decreto, né per disegno di legge. Nasce per cultura, per storia, per costume. Come eredità tramandata dai padri ai figli, dai nonni ai nipoti. Eppure l'idea di essere italiani esiste. Ciascuno di noi ha un sentimento, per quanto informe, dentro la sua coscienza, un'immagine, un simbolo, un solo piccolo infinitesimale istante che danno tono e vividezza a un'idea di cittadinanza, di popolo.

Paradossale pensare a un'idea di «amor di patria» nel momento in cui serve il pragmatismo delle misure per far ripartire il Paese, per ridare tono ai suoi muscoli industriali, per ridare ossigeno ai suoi cervelli quando non siano già fuggiti, per ridare consistenza al suo stesso territorio flagellato da un clima meno impazzito di quanto appaia.

Ma l'urgenza di recuperare l'idea di essere popolo, di essere italiani può servire in realtà anche a far ripartire il Paese su basi diverse. Non di ingenua concordia, ma di più matura coesione, sia essa sociale o di nazione, dunque politica, come auspica il Presidente della Repubblica. Può servire ad amare di più l'Italia, come terra e come anima; a ripensarlo, questo Paese, anche nelle priorità per il futuro. Può aiutare a ridare senso alla politica economica, alla gestione dell'ambiente e dei luoghi, alla mobilitazione dei tanti campanili che fanno grande questo straordinario Paese puntiforme, ma alla fine unito.

Ai padri e figli spetta la ricostruzione di una memoria e di una storia troppo spesso abbagliata e sfuocata dalle paillettes di una modernità, finora più equivoco che progresso. A loro spetta ricostruire un patto sociale che rilegga le solidarietà saltate tra le generazioni; loro devono dimostrare che il Paese trova la propria classe dirigente nelle scuole e nelle università, nei talenti veri, nella fatica del sapere o del saper fare. Troppe scorciatoie ci hanno ingannato, troppe. Troppi miti di carta o digitali ci hanno indotto in errore; troppe furbizie hanno strappato il tessuto civile. Troppe.

Ora cerchiamo disperati fiducia. Ma la fiducia siamo noi, la fiducia è in noi, nell'idea di popolo che ci accompagna da ben prima che diventassimo Italia: è l'idea stessa dell'essere italiani, al di là delle caricature e delle autoflagellazioni. Siamo italiani, nobilmente italiani, e abbiamo diritto a una rappresentanza nel mondo che riporti al giusto rango la nostra nazione.
Italia significa cultura, un passato che sarebbe un magnifico presente se solo lo si volesse tradurre anche in business. Una storia fatta di slanci, di temerarietà, di coraggio: dal passaggio del Rubicone all'invenzione del Moplen c'è Italia; dall'idea del diritto a quella delle nuova fisica moderna c'è Italia; dalla Cappella Sistina alla Lettera 32 c'è Italia; dalle prove per il vaccino contro l'Hiv all'enorme massa di persone e risorse che muovono il volontariato c'è Italia.

Siamo noi. Se solo il Parlamento lo sapesse cogliere saremmo davvero stimati per ciò che siamo e sappiamo fare. Perchè siamo il miglior Paese del mondo
 



Alberto Orioli – Il sole 24 ore
6 Novembre 2011
 
…perché
oltre a meditare
occorre AGIRE…
 
 
…partendo dal dire la Vostra qui sotto!!!
 
gba
 

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