Si
noi
possiamo.
noi
possiamo.
Usa,il voto della testa
e quello del cuore
e quello del cuore
Obama,
come no? Ma certo non è più la stessa cosa. Quattro anni dopo, la crisi ci ha
resi meno retorici o forse soltanto più adulti. Meno disposti a rinfocolare
quel sogno assurdo che tutti per un attimo abbiamo sognato: la delega della
soluzione dei problemi del mondo a un unico uomo. Come in amore, quando
l’oggetto della passione diventa il ricettacolo inconsapevole di ogni nostro
desiderio sopito. Poi l’amore finisce, all’illusione subentra la delusione, e
ci si trova davanti a un bivio: o ci si lascia o ci si ama, cioè ci si accetta
per come si è davvero.
Vista
da lontano, la sensazione è che a Obama verrà risparmiato il divorzio. Gli
americani non amano interrompere a metà il lavoro di un Presidente. Nel
dopoguerra lo hanno fatto soltanto due volte, con Carter e Bush senior, ma le
alternative si chiamavano Ronald Reagan e Bill Clinton, mica Mitt Romney. Uno
che, come il John Kerry strapazzato nel 2004 da Bush junior, su quella fronte spaziosa
da ricco qualsiasi reca impresso il marchio «loser», perdente.
Ma
se, nonostante se stesso, il “loser” dovesse vincere, avremmo la prova che il
voto di quattro anni fa fu un’emozione violenta e passeggera, incapace di
stratificarsi in sentimento.Allora - eravamo appena entrati in questa crisi
epocale - i democratici americani scartarono la pragmatica e competente Hillary
per tagliare un traguardo ancora più nobile della prima donna alla Casa Bianca:
il primo nero. Giovane, atletico, intellettuale. Un contenitore che ciascuno di
loro, e di noi, ha riempito dei propri sogni e delle proprie speranze. A
immedesimarci in Obama contribuivano la sua biografia (Vendola direbbe “la sua
narrazione”) e quello slogan semplice, furbo, aperto: Yes,
we can. Sì, noi possiamo. Ma possiamo cosa? Tutto. Perché se un nero
riesce a entrare alla Casa Bianca, quale altro sogno può essere precluso al
genere umano? Noi possiamo fermare la guerra, la crisi, l’inquinamento, la
finanza molesta. Possiamo costruire un mondo più verde, più umano, più
giusto.
Era
uno slogan sessantottino fuori tempo massimo. Eppure alzi la mano chi, almeno
la notte della vittoria, non fece finta di crederci. Obama ha la colpa di avere
alimentato quell’illusione collettiva, spropositata alla sua statura di
statista, rivelatasi poi non così piccola ma certo inferiore alle dimensioni
gigantesche dei problemi che ha dovuto affrontare.
A
ben pensarci, però, ha anche il merito di non averne approfittato. Pur avendo
ottenuto la più massiccia investitura popolare della storia - mezzo mondo votò
idealmente per lui e gli diedero subito, senza alcun merito, il Nobel per la
pace - in questi anni Obama non si è affacciato ad alcun balcone, non si è mai
dato arie da unto del Signore, non ha cercato di sedurre le masse come un
caudillo del Sud America o del Sud Europa. Ha fatto, al meglio delle sue
capacità, un mestiere molto meno romantico del populista: il politico. Cercando
di conciliare il cielo stellato degli ideali con la palude dei compromessi. Ha
chiuso una guerra, ha raffazzonato una riforma sanitaria quasi umana (che
infatti i suoi critici chiamano “europea”), ha tenuto il punto sui diritti
civili. Ha imparato a fare il Presidente, nella speranza che oggi gli americani
gli diano l’opportunità di diventarlo davvero.
Paradossalmente
i ruoli si sono invertiti. Il venditore di illusioni adesso è lo sfidante, quel
Romney che promette di tagliare le tasse senza tagliare la spesa pubblica.
Obama invece è tornato sulla Terra. Dai suoi discorsi pieni di numeri sono
scomparsi i sogni. Non pensa più che la nuova America possa cambiare il mondo.
Si accontenterebbe che il mondo non cambiasse senza di lei. E senza di noi.
Se
fossi americano, oggi gli assicurerei il mio voto. Ma sarebbe un voto dato con
la testa, non più con il cuore. Quello, come tutti gli amanti che nella vita ci
hanno illuso e quindi inevitabilmente deluso, lo dovrà riconquistare daccapo.
Massimo Gramellini
La
Stampa 6 Novembre 2012
…ma per
POTERE
POTERE
occorre
innanzitutto VOLERE!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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