UN ANNO FA
LEGGEVAMO
QUESTO…
Sporche,
fredde,
sovraffollate e invivibili
L'"inconcepibile orrore"
L'"inconcepibile orrore"
delle
carceri
ROMA - A San Vittore, carcere milanese, in
celle di sette metri quadrati respirano a fatica sei detenuti per 20 ore al
giorno. Nel partenopeo Poggioreale per ogni gabbia ne ammassano anche una
dozzina: a Natale mancava il riscaldamento e "centinaia di persone -
racconta il deputato pd Guglielmo Vaccaro - stavano accalcate attorno a stufe
di fortuna". Nell'anconetano Montacuto, teatro di una recente rivolta,
alcuni reclusi sono costretti a orinare in appositi "pappagalli". I
bagni sono sufficienti per 178 ospiti, non per i 448 che ci sono. A Monza (900
detenuti per 400 posti) la prigione si allaga quando piove ed è in atto un
piano di parziale evacuazione.
Nel supercarcere Torinese
delle Vallette a giugno venti detenuti hanno dormito in palestra, su materassi
buttati a terra. Nel carcere di massima sicurezza di Paliano, nel Frosinate,
che ospita un quarto dei pentiti d'Italia, la direttrice fa la guardia in
portineria: manca il personale. Ma "l'estremo orrore inconcepibile in un
Paese civile", per usare le parole del presidente della Repubblica
Napolitano, i Nas lo hanno trovato in 21 celle dell'ospedale psichiatrico
giudiziario di Montelupo Fiorentino, in Toscana. E in altre 28 in Sicilia a Barcellona
Pozzo di Gotto: in quei luoghi di detenzione per condannati definitivi malati
di mente, i bagni a disposizione per pazienti con la diarrea erano senz'acqua.
Alcune persone erano legate al letto nude, altri malati privi di farmaci. Il
presidente del Dap, Franco Ionta, non ha esitato a definire "un'emergenza
nell'emergenza carceri" il problema dell'opg siciliano, dove 200 detenuti
potrebbero uscire, ma restano reclusi perché nessuno sa dove piazzarli.
Le 206 carceri italiane
stanno scoppiando, riempite come sono all'inverosimile: in 45mila e 654 posti,
sono stipati più di 68 mila detenuti, il 30 per cento stranieri (e di questo,
un terzo di origine balcanica). La qualità della vita s'è abbassata anche perché
- lo denuncia il Gruppo Abele - dal 2007 al 2010 è stata ridotta la spesa
annua, passata da 13170 euro pro-capite a 6275.
"Ventottomila detenuti -
dichiara il ministro della Giustizia Paola Severino nella sua relazione sullo
stato della giustizia che presenta oggi alla Camera - sono in attesa di
giudizio, il 42% dell'intera popolazione carceraria (anomalia tutta
italiana)". Ventitremila sono comunque di troppo e creano la cosiddetta
emergenza sovraffollamento. "Che emergenza non è - osserva la deputata
radicale Rita Bernardini - perché è una situazione diventata cronica".
"Siamo di fronte ad una
emergenza che rischia di travolgere il senso stesso della nostra civiltà
giuridica - ammonisce il ministro - poiché il detenuto è privato delle libertà
soltanto per scontare la sua pena e non può essergli negata la sua dignità di
persona umana". Tre anni fa l'allora ministro della Giustiza Alfano aveva
annunciato e promesso un faraonico piano-carceri triennale: 1800 assunzioni di
agenti. E 670 milioni stanziati per costruire, entro il 2012, undici nuovi
istituti e venti padiglioni in strutture già esistenti, per un totale di 9150
posti.
Cosa sia stato realizzato di quel piano è mistero. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Compresi quelli del Papa che il 18 dicembre, durante la visita nel carcere romano di Rebibbia, ha detto che "il sovraffollamento e il degrado possono trasformare il carcere in una doppia pena". Anziché, come previsto dall'articolo 27 della Costituzione, in un luogo di detenzione "finalizzato alla rieducazione". Se per l'ex ministro dell'Interno Giuliano Amato "il carcere è lo specchio della civiltà di un Paese", i 66 suicidi di detenuti del 2011 riflettono la gravità dello stato di salute del "pianeta carceri". "Le condizioni in cui si trovano i detenuti nelle celle italiane - aggiunge Amato - gli animalisti le ritengono intollerabili per i polli in batteria". Il presidente del consiglio regionale pugliese parla di "un'autentica emergenza sociale e umanitaria". Le Asl lanciano l'allarme sanitario, con il rischio (è il caso del carcere "le Sughere"di Livorno) di epidemie di Tbc e di diffusione di scabbia.
Ma è davvero costituzionalmente rieducativo un mondo carcerario nel quale il rischio suicidio è venti volte superiore a quello della popolazione "libera"? Dove l'indice di sovraffollamento medio è del 149 per cento contro il 99 per cento europeo? Dove fino a qualche mese fa c'erano 57 bambini sotto i 3 anni in prigione con le mamme-detenute?
La realtà è nell'ammissione della stessa Severino: "Le innegabili difficoltà - dice a Montecitorio - non possono costituire un alibi né per il Ministro della Giustizia né per tutte le altre istituzioni interessate". La drammatica realtà è pure nella denuncia del garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che chiede lo stop dei nuovi ingressi a Regina Coeli "perché si rischia la catastrofe umanitaria". Nelle ordinanze dei giudici di Sorveglianza che scrivono che nel carcere romano "ci sono condizioni di criticità".
Cosa sia stato realizzato di quel piano è mistero. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Compresi quelli del Papa che il 18 dicembre, durante la visita nel carcere romano di Rebibbia, ha detto che "il sovraffollamento e il degrado possono trasformare il carcere in una doppia pena". Anziché, come previsto dall'articolo 27 della Costituzione, in un luogo di detenzione "finalizzato alla rieducazione". Se per l'ex ministro dell'Interno Giuliano Amato "il carcere è lo specchio della civiltà di un Paese", i 66 suicidi di detenuti del 2011 riflettono la gravità dello stato di salute del "pianeta carceri". "Le condizioni in cui si trovano i detenuti nelle celle italiane - aggiunge Amato - gli animalisti le ritengono intollerabili per i polli in batteria". Il presidente del consiglio regionale pugliese parla di "un'autentica emergenza sociale e umanitaria". Le Asl lanciano l'allarme sanitario, con il rischio (è il caso del carcere "le Sughere"di Livorno) di epidemie di Tbc e di diffusione di scabbia.
Ma è davvero costituzionalmente rieducativo un mondo carcerario nel quale il rischio suicidio è venti volte superiore a quello della popolazione "libera"? Dove l'indice di sovraffollamento medio è del 149 per cento contro il 99 per cento europeo? Dove fino a qualche mese fa c'erano 57 bambini sotto i 3 anni in prigione con le mamme-detenute?
La realtà è nell'ammissione della stessa Severino: "Le innegabili difficoltà - dice a Montecitorio - non possono costituire un alibi né per il Ministro della Giustizia né per tutte le altre istituzioni interessate". La drammatica realtà è pure nella denuncia del garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che chiede lo stop dei nuovi ingressi a Regina Coeli "perché si rischia la catastrofe umanitaria". Nelle ordinanze dei giudici di Sorveglianza che scrivono che nel carcere romano "ci sono condizioni di criticità".
Nelle parole del commissario
del piano carceri e presidente del Dap, Ionta, secondo cui "con l'ingresso
di mille unità al mese e 68 mila detenuti il sistema penitenziario vive le
difficoltà maggiori dal Dopoguerra ad oggi". Nell'annuncio della Comitato
per la prevenzione della tortura di Strasburgo che ha annunciato per il 2012
una ispezione nelle carceri italiane dopo la condanna del nostro Paese della
Commissione europea dei diritti dell'uomo perché un detenuto bosniaco viveva in
condizioni disumane di sovraffollamento. Nella proposta di legge del deputato
pdl Rocco Girlanda che - unico ad accorgersene - chiede di vietare l'uso di
bombolette del gas per cucina da cella in quanto alcuni detenuti le usano per
suicidarsi. Altri, tossicomani, per sballarsi inalando il gas.
Il carcere è un mondo nel
quale "guardie e ladri", detenuti e agenti, sono accomunati da
un'unica tragica disperazione. Ai 66 suicidi dei carcerati (si impiccano coi
lacci delle scarpe, inalando gas, tagliandosi i polsi, ingoiando lamette), si
contrappongono quelli dei poliziotti, diciotto negli ultimi 5 anni. Troppi,
tanto che lo stesso Ionta ad ottobre ha deciso di istituire una Commissione ad
hoc per "indagare" sul fenomeno dei suicidi fra agenti della polizia
penitenziaria. A questo proposito, però, il sindacato Sappe ha denunciato che i
punti di ascolto psicologico per il personale vittima di disagio istituiti dal
Dap nel 2008 sono rimasti un progetto non realizzato per mancanza di fondi.
"I 50 psicologi che avevano vinto il concorso - sostengono i sindacati -
non sono mai stati assunti". Alle rivolte dei detenuti (Ancona, Parma,
Bologna, Cagliari, Prato), si contrappongono le manifestazioi dei poliziotti
che, per protesta, si mettono in "autoconsegna".
Una recente denuncia della
Uil svela la crisi che attraversa lo stesso dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria: "Il Dap - dicono i sindacati - è sull'orlo del fallimento
con un debito di 150 milioni che mette a rischio l'acquisto del vitto per i
detenuti. E che costringe direttori e provveditori a mediare con i creditori
per garantire l'erogazione di acqua, luce e riscaldamento".
Ora il governo Monti annuncia
le sue contromisure per svuotare le carceri. "Edificazione di nuove
carceri", annuncia il ministro Severino che però non dice con quali
risorse. "Manutenzione di quelle esistenti". "Ma anche lavoro
per i detenuti. E deflazione giudiziaria attraverso la depenalizzazione di
reati bagatellari. Sono stati dimezzati i tempi massimi per la convalida
dell'arresto (48 ore anziché 96), lasciando 21mila detenuti nelle camere di
sicurezza delle forze dell'ordine o agli arresti domiciliari. Inoltre s'è
innalzato da 12 a
18 mesi la soglia della pena detentiva residua per l'accesso alla detenzione
domiciliare. Con questa norma agli oltre 3800 detenuti fino a oggi scarcerati
se ne aggiungeranno altri 3327 con un risparmio di spesa di 375mila euro ogni
giorno.
In questo mondo di drammi e
sofferenza non può mancare anche una storia al contrario. Come quella del
cinquatunesimo detenuto suicidatosi nel 2011: l'uomo s'è tolto la vita a tre
giorni dalla fine pena. Per dirla con Erich Fromm, "aveva paura della
libertà".
Alberto Custodero La Repubblica 16
gennaio 2012
OGGI
LEGGIAMO
QUESTO…
Carceri,
Strasburgo
condanna
l'Italia.
Napolitano:
Napolitano:
"Mortificante
conferma"
Trattamento inumano. Con questo verdetto la
Corte europea dei diritti umani ha condannato il nostro Paese a pagare 100 mila
euro per danni morali a sette detenuti nelle prigioni di Busto Arsizio e di
Piacenza. Nella sentenza anche l'invito a porre rimedio immediatamente al
sovraffollamento. Il ministro Severino: "Avvilita, ma me lo aspettavo. Vietato
fare campagna elettorale sulla pelle dei detenuti"
…E ADESSO
VERGOGNAMOCI
TUTTI!!!
Siamo un Paese culturalmente inadeguato
capace molto nel dire
e poco nel fare
In fondo basta essere
IPOCRITI
per tirare a campare
aspettando
rassegnati
di
AFFONDARE!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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