Buon
Natale
all’ipocrisia…
all’ipocrisia…
Deputato del Pd nel
Cie di Lampedusa
“Qui finché le cose non cambieranno”
“Qui finché le cose non cambieranno”
Khalid Chaouki si
“autoimprigiona”:
«Via quando il ragazzo che
ha girato
il video e i naufraghi illegittimamente
il video e i naufraghi illegittimamente
trattenuti non saranno
trasferiti»
Con
quest’obiettivo il deputato del Pd Khalid Chaouki, di origini marocchine, alle
11 di stamattina è entrato al Centro di prima accoglienza dell’isola in qualità
di parlamentare per poi annunciare la volontà di “autoimprigionarsi”.
Questa la lettera a La
Stampa
in cui spiega le ragioni
del suo gesto.
Perché
ho deciso di rinchiudermi nel Centro di Lampedusa
Ho
deciso di compiere questo gesto forte di protesta, rinchiudermi insieme ai
profughi dentro il Centro di accoglienza qui a Lampedusa e rifiutarmi di
abbandonare i profughi siriani ed eritrei nella loro solitudine e inascoltata
protesta perché qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali
della persona, così come non vengono rispettate le leggi del nostro Paese e le
direttive in materia di protezione dei rifugiati. Non abbandonerò questo Centro
finché non verranno rilasciati, come previsto dalla legge, tutti profughi e
destinati nei centri idonei per la loro accoglienza. A partire da Khalid e dai
superstiti alla tragedia dello scorso 3 ottobre.
Ho
voluto attendere l’Informativa del Ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla
vergogna di Lampedusa documentata dal giornalista del Tg2 Valerio Cataldi, che
ha dato voce al coraggioso profugo siriano conosciuto con il nome di “Khalid”
in merito alle “spruzzate” anti-scabbia. Ascoltare e capire, insieme a tutto il
Parlamento, da parte del nostro governo come fosse stato possibile permettere
quell’oscenità nel nostro Paese. Era soprattutto nostra intenzione conoscere
finalmente le proposte messe in campo per riformare questo sistema
dell’accoglienza anche alla luce di quello che sta succedendo nel Cara di
Mineo, nel Cie di Ponte Galeria e in tante altre parti. Una delusione. La
versione dei fatti raccontata in Parlamento non ci ha convinto cos ì come le
sue promesse per noi sono fuori tempo massimo.
Già
all’indomani della tragedia dello scorso 3 ottobre tutta l’Italia, insieme alle
maggiori istituzioni europee e mondiali, tutti si mobilitarono. Chiedemmo e
ottenemmo una giornata di lutto nazionale, ci furono pianti e lacrime per il
dolore condiviso con i parenti di quelle vittime senza nome. Poi il nulla
rispetto ad un nuovo piano di accoglienza e integrazione per i profughi e
richiedenti asilo. Il Premier Enrico Letta è riuscito a coinvolgere le
Istituzioni europee, sono state salvate tantissime vite grazie all’operazione
“Mare Nostrum”. Ma il Centro di “accoglienza” qui a Lampedusa è rimasto quello
di prima. La vergogna più grande sono i naufraghi eritrei sono ancora bloccati
qui dallo scorso 3 ottobre, isolati come criminali nella solitudine della
disperazione. Colpevolizzati di essere stati testimoni di una tragedia che
tutto il mondo ha conosciuto.
Abbiamo
celebrato come martiri i loro compagni di viaggio inghiottiti dal mare. Loro
invece sono qui, rinchiusi e disperati. Questa paradossale ingiustizia è
intollerabile. È uno scandalo! Piangiamo i morti e puniamo i vivi. Questa
ipocrisia non può più essere accettata. A questo punto le parole non bastano
più e l’Italia non può più permettersi di collezionare figuracce mondiali a
causa di chi, irresponsabilmente, non ha vigilato sul rispetto dei principi
basilari del rispetto dei diritti umani e chi, fino ad oggi, considera
Lampedusa, come altri centri, di fatto zona franca e fuori dalla legalità.
Questo
Centro di prima accoglienza non può trasformarsi di fatto in un carcere
disattendendo le regole e le leggi italiane ed europee. Alcune leggi, a partire
dalla Bossi-Fini, non ci convincono per niente. Ma qui nemmeno quelle vengono
rispettate. Per la legge la permanenza qui a Lampedusa dei richiedenti asilo
deve durare al massimo 96 ore, non 3 mesi. Sono stato la prima volta qui a
Lampedusa nel 2008, sono tornato tante altre volte. Ma nulla è cambiato in
questi anni e io, noi, non possiamo più permetterci di girare la faccia
dall’altra parte di fronte a un grido di dolore da parte di chi è fuggito da
una sanguinosa guerra in Siria o da una crudele dittatura in Eritrea. Oggi
abbiamo il dovere di passare dalle parole ai fatti e rialzare la testa chiedendo
che l’Italia ritorni ad essere quello che è sempre stata: un Paese accogliente
e rispettoso dei diritti umani e dei profughi. Sono qui per i profughi, ma
soprattutto per l’Italia. Un Paese di cui vorrei essere fiero nel Mediterraneo,
in Europa e nel mondo.
Khalid Chaouki - Deputato PD – Coordinatore
Intergruppo parlamentare sull’immigrazione
Laura Anello
La
Stampa 22 Dicembre 2014
…di Letta
del Governo
e di tutti gli italiani
che predicano bene
ma razzolano
molto molto male!!!
se volete,dite la Vostra qui sotto!!!
gba
Nessun commento:
Posta un commento