mercoledì 11 dicembre 2013

La rabbia è motivata
ma diventa motore 
del cambiamento 
solo se indirizzata
in modo democratico 
verso la rivendicazione
e la pratica
dell’onestà, 
della lealtà, 
del buon senso
e della condivisione…

Serrande e libertà

Perso il lavoro, una donna di ventotto anni si riorganizza l’esistenza e apre un negozio tutto suo, tra sacrifici e paure di non farcela. Poi arriva la settimana dei forconi e le cedo la parola: «Sono d’accordo con il motivo della protesta, ma non con il modo. Io non posso e non voglio chiudere. E non voglio che qualcuno mi obblighi a pensarla diversamente. Che io sia nel giusto o nel torto, potrò avere il mio pensiero? Oggi sono stata accerchiata da una ventina di uomini davanti al mio negozio: mi hanno spintonata e fatta cadere, mi hanno urlato che dovevo morire: “Ammazzate quella coniglia!” Quando mi sono rialzata e mi hanno detto “chiudi o ti spacchiamo tutto”, ho capito che la mia libertà di scelta era svanita. Le gambe mi tremavano e come una mamma con il suo bambino ho fatto la scelta più sicura. Ho chiuso le serrande. E chi veramente dovrebbe essere il bersaglio della protesta sarà a bere un cappuccino con i soldi pubblici». 

Chissà se esiste, per l’umanità evoluta (?) del ventunesimo secolo, la possibilità di esprimere l’esasperazione senza la prevaricazione e la rabbia senza la violenza vigliacca che si accanisce contro i più deboli. L’unica alternativa plausibile l’hanno offerta domenica scorsa i tre milioni di votanti delle primarie democratiche, firmando l’ennesima cambiale in bianco alla classe dirigente. Ma è stata l’ultima. Se i politici non la onoreranno in fretta, prendendo consapevolezza dell’emergenza e rinunciando ai loro riti lenti e bizantini, come sempre nella storia l’ignavia della democrazia avrà prodotto i forconi su cui si isseranno le prossime dittature.  

Massimo Gramellini
La Stampa 11 dicembre 2013

I politici * dimostrino
 nei fatti
di aver capito
che occorre davvero 
voltare pagina.
Diano segnali
forti concreti
ed immediati
e la gente
in stragrande 
maggioranza
saprà comprendere
e dimostrare che
l’Italia migliore
sarà figlia del meglio
di ognuno di noi. 

* Proporrei di iniziare con due provvedimenti:
1) Eliminare tutti i privilegi che inducono politici e non a gestire la cosa pubblica come cosa privata ponendo limiti, 
regole e controlli rigidissimi.
 2) Stabilire per legge che ogni prestazione fornita da qualsivoglia operatore (dentista, meccanico, commercialista, idraulico, notaio, falegname, psicologo e via discorrendo sino ai molteplici domatori del nulla) se comprovata da regolare fattura diventa integralmente scaricabile dal proprio reddito 
in sede di denuncia annuale dello stesso.

gba

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