mercoledì 31 marzo 2010

Cervello & Cuore

Cervello & Cuore


 


Il primo Ottobre del 1980, al termine della vicenda Fiat


nota a tutti come la vertenza dei  “Trentacinque giorni”,


decisi di smetterla con la politica attiva.


Avevo iniziato nel 1967 dai banchi di scuola e


finivo la mia esperienza di militante politico


 e sindacale davanti alla Porta Cinque di Mirafiori.


 


Il motivo di quella scelta sofferta ma meditata era molto semplice.


 


 Avevo preso definitivamente atto che era stata persa


la battaglia fatta da me e da altri compagni,


di estrazione non operaia, per far capire al gruppo dirigente


di sindacato, CGIL, e partito ,PCI, che la fabbrica iniziava negli uffici


 della ricerca e sviluppo e finiva in quelli commerciali,


 passando per i settori di produzione, e che quindi occorreva


saper interpretare i bisogni di  tutte le risorse umane


presenti riuscendo, di conseguenza,


a comunicare, in modo semplice, con tutti


e non solo con la “mitica classe operaia”…


 


Sono passati esattamente 30 anni e siamo allo stesso punto.


 


La parte politica definita di centro sinistra,


parlamentare e non, continua a non voler capire


che in politica per vincere occorre che il


Cervello


analizzi la società nella sua pienezza e complessità,


dopodiché, interpretati correttamente


i bisogni emergenti, deve riuscire a generare una


Comunicazione,


semplice anche per trasferire concetti complessi,


in grado di fare arrivare i messaggi definiti al


 Cuore


ed in qualche caso addirittura alla pancia dei destinatari…


per poterli indirizzare nel senso indicato dalla strategia voluta.


 


Allo stesso modo viene puntualmente ignorato da strateghi,


segretari e pseudo esperti general generici che il popolo italiano


non ha mai fatto alcuna rivoluzione,


ama pensare che qualcuno si sta occupando di lui,


considera i vizi e le virtù come parti integranti della propria vita


senza preoccuparsi che prevalgano i primi o i secondi. ..


l’importante è che ci sia, per l’appunto,


qualcosa da mangiare e poco conta il colore di chi fornisce il piatto.


 


Chi ha “istintivamente” capito queste cose


sta governando il Paese da oltre quindici anni.


Come lo sta governando poco importa se chi


è istituzionalmente alla opposizione si preoccupa


più di alchimie politiche paleozoiche che di


 


“Bisogni


&


Comunicazione”.


 


Certo di non essere compreso, puntualizzo dicendo che


io non credo che tutti coloro che hanno votato


lega  o pdl siano razzisti,


ma sono certo che chi  ha costruito sinora


le campagne della sinistra su questi temi


fosse assolutamente convinto che


 chi vota centro destra razzista lo è per forza.


 


E se ancora non bastasse insisto invitandoVi a seguire,


con attenzione, le ultime campagne pubblicitarie


promosse dal Consiglio dei Ministri in televisione…


scoprirete che messaggi considerabili


di “sinistra” possono essere interpretati


in modo eccellente da un governo di centro destra.


 


Quindi se si vuole cambiare il Paese


bisogna cambiare Uomini, Strategia e Cultura.


 


Un saluto cordiale a tutti coloro che mi leggeranno,


ed  uno ancora più cordiale a quelli


che lasceranno traccia su questo Blog del loro pensiero.


 


Sono noioso a me stesso, ma solo avendo la voglia di


esprimersi e confrontarsi


si potrà pensare di costruire una alternativa reale


per una Italia Migliore… e  Vi garantisco


che Palmiro Togliatti non c’entra e Beppe Grillo non è il nemico.


 


Giovanni Battista Argenziano

1 commento:

  1. Riflessione amara, ma che condivido in pieno.Oggi leggevo alcune afermazioni dei leader della sinistra: Bersani è convinto che il successo della Lega abbia origine da una sorta di protesta nei confronti del Premier (?); la Bresso dice di aver perso a causa del movimento di Beppe Grillo. Invece di capire a fondo le motivazioni che spingono a votare per il PDL o per la Lega, si cerca di giustificare i propri insuccessi ricorrendo a cause esterne, quindi indipendenti dalla propria volontà o dalle proprie azioni.Enrico Grimaldi

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