"Un Paese che non immagina il futuro"
Il Rapporto Eurispes 2010
www.eurispes.it
si chiude con un forte allarme sui segnali preoccupanti di disagio e di ostilità nei confronti delle Istituzioni
"I politici capipopolo che tolgono il futuro all'Italia"
ROMA - Un paese immobile, privo di idee e progetti, nel quale sembra che anche i soggetti che si propongono per guidare l'Italia futura siano in realtà più interessati a una transizione senza fine. Insomma, gli fa più comodo che le cose vadano così. E, secondo l'Eurispes che ha pubblicato il suo rapporto 2010, le cose non vanno affatto bene.
Manca un progetto, non sembrano volerlo (o essere in grado di produirlo) le forze e i soggetti che si propongono alla guida del Paese, e questo "mortifica le attese degli italiani e impedisce di immaginare e costruire il futuro". "Non abbiamo timore di essere accusati di eccessivo allarmismo, ma dal nostro osservatorio - avverte il presidente Fara - cogliamo segnali preoccupanti di disagio, di distacco, quando non di ostilità nei confronti delle Istituzioni che aspiranti capipopolo vorrebbero cavalcare. E mentre tutto ciò accade, la nostra classe dirigente appare interessata solo agli equilibri di potere, a costruire e smontare alleanze, ad operare per il proprio esclusivo tornaconto, ad imbastire lucrosi affari, a difendere privilegi e vantaggi senza rendersi conto che l'intero sistema si sta progressivamente sfaldando".
Ecco alcuni dei risultati dell'indagine su aspetti particolari della vita e dei sentimenti profondi del Paese.
Informazione "in prigione". Per oltre la metà degli italiani, l'informazione in Italia "non è libera dalle influenze esterne". Di parere opposto, l'altra metà (il 39 %) che si identifica negli schieramenti politici di centro-destra eritengono che "l'informazione sia libera".
Immigrati e lavoro. "Gli immigrati rubano il lavoro agli italiani". A esserne convinto quasi un italiano su quattro, un campione di intervistati pari al 24,8%. Non basta. La convinzione diviene infatti mano mano più accentuata quanto più a destra si collocano gli intervistati: si passa dal 17,3% dei soggetti di sinistra al 33,3% dei soggetti di destra. La "caccia al lavoro" è dunque alla base di molte discriminazioni. E a proposito di xenofobia, dal rapporto Eurispes 2010 emerge che "i mezzi di informazione sono, per il 31,7 % degli italiani, responsabili dell'ondata di xenofobia che ha attraversato il nostro Paese negli ultimi mesi.
Matrimoni misti è boom. Boom di matrimoni misti al nord d'Italia. La percentuale più alta si registra in Emilia Romagna che si aggiudica il primato seguita dalla Lombardia, Valle d'Aosta e Liguria. Percentuali nettamente più basse al sud e nelle isole. Gli uomini italiani preferiscono le donne dell'est d'Europa e dell'America centro-meridionale. Nel 30,1 dei casi, invece, le spose sono originarie dell'Unione europea. Le italiane preferiscono invece gli uomini nord-africani (34,1% dei casi), gli europei e solo per ultimi gli americani. Nel 2010, poi, i matrimoni misti subiranno un'ulteriore accelerata. Rispetto al
Meglio la scuola privata. Scuole meno complicate per sfuggire al recupero dei debiti. I giovani italiani "fuggono i licei pubblici" e si dirigono nelle scuole private, istituti "più facili da cui uscire più in fretta". A preferire le non-statali sono infatti gli alunni rimandati nelle scuole superiori. Cade anche il mito della scuola "privata e quindi costosa" perché - spiega il rapporto - oltre ai contributi statali, le scuole private ricevono spesso dei contributi erogati singolarmente dalle regioni e dalle amministrazioni locali. Ciò renderebbe meno onerose le somme di denaro richieste ai genitori per iscrivere i propri figli nelle scuole non statali e ne facilitano, quindi, l'ingresso.
Eutanasia? Sì grazie. Meno contrari ma anche meno favorevoli. Rispetto al 2007 le variazioni sono comunque lievissime: la stragrande maggioranza degli italiani (il 67,4%) continua ad essere favorevole alla "dolce morte", l'eutanasia. Solo il 21,7 % continua a dire "no", mentre una percentuale considerevole, il 10,9%, non si sente in grado di dare alcun parere in merito. Di più, gli italiani favorevoli ad una legge che istituisca il testamento biologico sono l'81,4 %. Una cifra più alta di 6,7 punti rispetto al 2007.
L'Italia non è un paese immobile, c'è un continuo progredire verso un "fondo" che ancora non si intravede. Diciamo che si sta completando l'evoluzione di quella figura del politico che non si impegna per il benessere generale della popolazione e "lavora" per promuoverlo, ma si preoccupa di preservare il proprio patrimonio elettorale per allungare il più possibile l'aspettativa della propria vita politica. Sono dell'idea che debbano abbandonare l'idea di essere insostituibili e che il ruolo del politico non deve essere considerato un lavoro. Purtroppo è già così e una delle conseguenze è la chiusura nei confronti di cambiamenti che potrebbero sconvolgere lo status quo raggiunto.Cordiali saluti Angela
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