giovedì 12 agosto 2010

“Culture


a confronto


e


cultura del confronto”


 


 


Riceviamo dalla moglie di un nostro membro del direttivo, in Africa per un progetto di aiuto, queste pagine di diario. Ve le proponiamo integralmente perché riteniamo che queste cronache siano, da una parte, più stimolanti di quelle proposte quotidianamente ed oramai da troppo tempo nel nostro Paese e, dall’altra, stimolo efficace per riuscire a comprendere che la “cultura del confronto” non ha limiti e produce sempre reciproci benefici.


 


Bamako  8 agosto


 


Eccomi qua.Questa Africa è sempre formidabile, “grassa”, mi ha detto la suorina del centre d’accueil, perché è abbondante in tutto quello che da. In effetti non si risparmia né con il sole né con la pioggia. PIOVE. Piove che Dio la manda. Questa notte mi ha svegliata un rumore sconosciuto  a me , qui in Mali: pioggia a catinelle. Ora sono le 13 e continua. Ieri dall’aereo già avevo visto nuvole e nuvole che nascondevano tutto il deserto algerino che abbiamo sorvolato, sicuramente pioveva sulla sabbia a rinnovare lo spettacolo stupefacente del Sahara che diventa verde.  Poi fulmini e saette sul Mali.


 


Benedetta acqua che dona raccolti ricchi e maledetta acqua che distrugge. Non so come possano resistere le case in banko  a questa abbondanza. E in effetti sovente non resistono. Da noi ci sarebbe allarme della protezione civile e allagamenti ovunque, qui la gente cammina nelle pozzanghere con le solite infradito, poi compare in chiesa , solo qualcuno, con scarpe eleganti e lucidissime.Sono andata a messa stamattina, nella cattedrale. Ci sono andata perché non avevo niente di meglio da fare, e ancora una volta sono rimasta a bocca aperta. O meglio a orecchie spalancate. Era ospite a Bamako la corale Saint Camille  di Ouagadougu in Burkina Faso e ho sentito una messa cantata meravigliosa.


 


Mescolano  la musica classica occidentale con i loro ritmi , hanno voci splendide , sono pieni di gioia e ritmo.Naturalmente non avevo portato la cinepresa, ho cercato di registrare col cellulare almeno l’alleluia, ma ne è venuta fuori una schifezza. Mi porterò quei canti a lungo nelle orecchie e nel cuore. Compresa la bellissima danza di offertorio con i ragazzi e le ragazze dipinti con colori e disegni tradizionali, a piedi nudi. Poi alla comunione una delle ragazze, con lo stesso abbigliamento e pitture di prima, è apparsa con un paio di scarpe verdi e arancione con i tacchi a spillo: non ci crederete, ma era elegantissima. Contrasti africani che riescono a conciliare l’inverosimile.


 


Alla maison d’accueil c’è una straordinaria pace. Siamo soli , io e un giapponese che mi ha prestato il suo accendino per farmi un caffè, poi abbiamo cercato di togliere l’acqua con la scopa : lavoro ovviamente inutile, ma sotto il porticato c’è un piccolo fiume  ed evidentemente siamo incapaci di stare fermi in  contemplazione del diluvio. Ora mi mangio in pace le banane che ho appena comprato da una donna che gira per le strade sotto la pioggia e aspetto le 5, quando Edmond verrà a prendermi per l’incontro ufficiale con i resortissants. Jean mi ha appena telefonato il suo benvenuto in perfetto italiano.


 


Ci vedremo domani, si dieu (o Klè) le veut : mi porta Edmond. Spero davvero nella protezione divina, perché da quel che ho visto ieri sera non è certo un mago del volante ( prende le strade contromano) anche se possiede una super auto di lusso. (Mercedes)


 


Karangasso  9 agosto ’10


 


 Edmond è arrivato alle 18 affannato perché i resortissants aspettavano, ma lui doveva trovare un autista che lo aiutasse nel viaggio fino a K.sso e ritorno a Segou , dove lui si fermerà 15 giorni per un lavoro di controllo su un progetto di coltivazione del riso e di distribuzione dell’acqua del Niger, con manutenzione dei canali. Abbiamo attraversato Bamako per arrivare nella casa del presidente. Soliti saluti, con frittelle  buonissime e bevande (sucreries che si sono portati via in segno di gradimento). Un giovane , Celestin, verbalizza  l’incontro:


1) sono d’accordo sul fatto che i vantaggi di tutte le iniziative GdS debbano ricadere sul villaggio intero, per evitare conflitti e invidie. Alcuni di loro, compresa sicuramente Isabelle, la giurista,verranno a K.sso il 21 e 22 agosto . La loro idea è che bisogna formare un comitato cui partecipi un rappresentante per ciascuna grande famiglia. In questo modo nessuno si sentirà escluso, e si potrà spiegare a tutti la finalità di sviluppo per tutta la comunità che dovrà avere il barrage e qualsiasi altra iniziativa futura. Se tutte le famiglie sono rappresentate insieme si troverà una soluzione per la gestione e la distribuzione dei benefici.Ovviamente parteciperanno in primo luogo il capo del villaggio e i rappresentanti amministrativi (sindaco).


Nell’immediato suggeriscono la possibilità di usare i laboratori   di una ditta che attualmente a Koutiala sta costruendo una strada asfaltata: potrebbe rendere più veloce e meno cara l’analisi del terreno di cui stiamo aspettando i dettagli di preventivo ( appena arrivati a K.sso Edmond ne ha parlato a Jean che tiene i contatti con il direttore dell’idraulica di Koutiala)


 


2) I resortissants  a Bamako sono una associazione ufficialmente riconosciuta dal governo del Mali e stanno preparando una bozza di intesa  che sottoporranno al GdS italiano per un lavoro comune nei prossimi anni, volto allo sviluppo di K.sso


 


3) trovano molto interessante la possibilità di contatto con una ditta che si occupa di energia, di cui mi ha parlato Stefano.


 


4) Isabelle (la giurista) si occuperà anche, con me, di una riunione con le donne per vedere quali iniziative intraprendere per continuare il discorso aperto con il mulino.


Staremo a vedere quali fatti seguiranno alle parole.


 


A Karangasso c’è stata una riunione del Gds la settimana scorsa, Jean era assente, ma era presente Paul Dembelé   da Bamako. Mi pagano il viaggio fino a K.sso, perché sono ospite, e Edmond mi offre la cena al ristorante, perché sua moglie è a Sikasso dai parenti, se no mi avrebbe invitata a casa sua.Durante la cena mi dice che sua moglie è troppo occupata per parlargli al telefono e mi racconta di essersi sposato 4 volte. La moglie attuale è la terza, dalla prima, seconda e quarta ha divorziato. Ha figli da tutte le mogli, meno che dalla quarta che si è risposata e ha partorito mentre lui era in Italia. Dice che sua moglie (l’attuale, cioè la terza)gli ha perdonato con le parole ma non con il cuore. Però è diventata amica della quarta e questo lo fa sentire in pericolo. Questo dimostra ancora una volta che l’alleanza è l’unica salvezza delle donne. Mi dice anche che dovrei dare dei buoni consigli al suo amico Federico, che è stato così gentile con lui, e di cui porta con orgoglio il maglione , mentre io sono fradicia di sudore con un semplice vestito sbracciato. Gli rispondo che lui potrebbe farlo meglio di me , con la sua esperienza.Subito dopo si torna alla maison. L’appuntamento è per  lunedi  alle 6: si parte per K.sso.


 


Nessuno ci crederà, ma io alle 6 in punto ero pronta. Ho letto fino alle 7 e un po’, quando sono arrivati Edmond e l’autista Moussa. Fino a Segou  ha guidato Edmond “per cacciare i demoni”. Poi Moussa.  A parte la novità dei caselli per il pagamento dei pedaggi (come da noi l’autostrada) e il controllo dei documenti della macchina, tutto è come sempre. E tutto è incredibilmente differente: verdissimo, bagnato se non allagato, pieno di gente che zappa o ara con i buoi o con l’asino. Distolgo lo sguardo dal contachilometri che arriva ai 150, mi affido ancora a Dio-Klè-Allah….qualcuno è intervenuto perché nonostante le buche, i camion e i soliti animali sulla strada arriviamo a K.sso.Il pezzo di pista è un lago giallo.


 


Ci siamo fermati a Segou per vedere un atelier per le donne che tessono con telai tradizionali: molto interessante. C’è anche una ragazza francese che fa una formazione sul marketing. Compro qualche sciarpa e un pagne tessuto qui. Altra breve sosta dal fratello di Edmond che però non c’è, è nel campo a lavorare. Arriviamo a K.sso più o meno alle 14. Ci accoglie Jean con due giovani seminaristi qui per un mese. Poco dopo arriva l’abbè Germain , vice parroco. Ci sono anche una aspirante suora di 17 anni, parente di Jean ed un suo amico prete in vacanza.


 


Poco dopo arriva Enrico, un ragazzo di Torino compagno di scuola di Suor Angele, accompagnato da Issa. Stara qui una settimana.La compagnia è allegra e piacevole. Arrivano quattro donne, tra cui Alice e Veronique, a salutarmi. E più tardi una rappresentanza del GdS K.sso (tra cui Amidou, Joseph, Lazare e Casimire..) è venuta per salutare  e dare il benvenuto, ma ci scambiamo subito alcune informazioni. Mi dicono che nell’ultima riunione hanno stabilito di andare dal capo villaggio e dai capi dei quartieri, oltre che dal sindaco, per preparare bene la comunicazione e le decisioni , in modo che il barrage sia veramente un vantaggio per tutti. Lazare verrà appena possibile per vedere insieme alcuni punti sulle adozioni. 


 


Celine ora è guarita e potremo parlare presto con lei e le altre perché mi ribadisce il presidente che tutti i soldi guadagnati con il mulino sono a disposizione di iniziative per le donne. Brigitte finisce il suo lavoro tardissimo, è stravolta e fradicia di sudore, ma non vuole che la aiuti. Se ne va a notte fonda .Jean le da una pila, se no camminerebbe al buio.


 


10 agosto 2010


 


Giornata tranquilla , o quasi. Celine arriva a salutare zoppicando: si è rotta la gamba perché era salita su un baobab a raccogliere le foglie, è stata assalita dalle api ed è caduta fuggendo. Non ha ingessato né  fasciato la gamba, dice che è  guarita ma è ancora molto gonfia. Le do un bastone che accetta malvolentieri e la riaccompagno a casa. Ho così modo di fare un giro per una K,sso sconosciuta, tutta verde e coltivata:in ogni angolo libero c’è un campo di miglio. Non riesco a capire come le capre non si servano:evidentemente ci sono occhi attenti che sorvegliano, anche se io non li colgo. Intorno al ponte c’è un lago di acqua fiorita che poi si incanala in un vero fiume: proprio lì le donne vanno a fare il bucato e lasciano i vestiti ad asciugare al sole. Bisognerà lasciare uno spazio e acqua per lavare anche se si farà il barrage. Magari cercando di garantire un po’ più di igiene visto che ora lavano i vestiti, i piatti , i piedi e poi il miglio che mangiano. Il paesaggio è però splendido: ci sono uccelli di un rosso sgargiante e anche le tartarughe, oltre a rane, rospi ….


 


Nel pomeriggio arriva  il padre di Gabriel Dembèlé , uno dei bambini che negli anni scorsi abbiamo aiutato ad andare a scuola. Eravamo  andati nel suo hameau quella volta che Mario ha provato, e Renato ci è riuscito, a colpire uno dei suoi piccioni con la fionda. Mi ha ripetuto la sua storia di contadino rimasto senza buoi, che sono morti. Senza buoi può coltivare solo un piccolo campo , arato praticamente con la zappa, così il miglio finisce proprio ora, quando bisogna essere in forze per lavorare nei campi per il nuovo miglio. Chiede di essere aiutato. Per ora posso comperargli un sacco di miglio. Ma nella mia testa comincio a cercare qualche  possibile iniziativa, magari da inserire nel programma delle adozioni, per vedere di affrontare questa situazione che si presenta per tanti e non solo per lui.


 


Parlo con Jean e con tutte le donne che continuano a passare a salutarmi. Come al solito passo tutte le mie giornate a parlare e cercare di capirci qualcosa di questo mondo così bello e così spietato. Chiediamo di convocare un GdS  venerdi per parlare della questione “adozioni”, escludendo di poterlo fare con il solo Lazare. Prima di cena sommersa dai bambini dell’orphelinat . Tutti vogliono essere presi in braccio. Li lascio seduti in cerchio a mangiare il to, appoggiato sulla nuda terra al centro. Basile strilla perché è troppo caldo, gli altri soffiano diligenti sul boccone prima di metterlo in bocca. Dopo cena si ride insieme, cercando di istallare una connessione internet inutilmente. Non riesco a connettermi nemmeno col computer di Jean.


 


 


11 agosto


 


Mi sveglia un acquazzone. Alle 8,30 riunione al dispensario per la presentazione ufficiale delle suore appena arrivate e per parlare anche delle iniziative del GdS. Le suore sembrano molto diverse da quelle di prima, a cominciare dalla padronanza della lingua : la madre, Gloria, ha sei anni di esperienza in Africa e suor Mirta è una sage femme che è già stata a K.sso, e se la sbroglia col myanka. Il direttore del dispensario resta Leonard, mentre Jean è il responsabile per l’ amministrazione della curia. Subito dopo Leonard mi dice che i nostri progetti continuano bene. Mi farà avere il resoconto che non ha avuto il tempo di preparare e anche la lista dei bambini del nuovo elenco Lilliane. Ci sono dei problemi con alcune famiglie del progetto Lilliane: un padre sta rimandando con varie scuse l’intervento già predisposto,  una bambina si rifiuta di tenere la protesi e i genitori la lasciano fare i due albini non si mettono mai gli occhiali protettivi che già avevano e quindi sarà difficile che usino gli occhiali da vista, non usano le costose creme protettive. I loro genitori  li lasciano perdere.


 


Il ragazzino cui è stata amputata la gamba, sostituita da una protesi, sta invece molto bene e va a lavorare nei campi con gli altri.E stato bocciato e ripeterà la quarta: la fondazione Lilliane gli paga anche la scuola. Andrò da sola a trovare i bambini, Leonard mi accompagnerà dalle famiglie “reticenti” per vedere se riusciamo convincerle a rispettare ,almeno un po’, i patti e ad assumersi la loro parte di responsabilità. Nel pomeriggio comincio da Moumini Dembelé : cammina abbastanza bene , anche se i cinghietti delle protesi sono rotti  e non ben allacciati. Abbiamo detto al padre di fermarli con dei cordini in attesa di sostituirli. Poi visita al capo villaggio, molto contento di fare due chiacchiere. A proposito ecco che mi chiamano perché un figlio,del capo, sta portando un pollo.


 


Stamattina ho avuto modo anche di esplorare un po’ la situazione comitato delle donne: credo di avere capito che il problema più grosso sia una sorta di regola  che direi omertosa, una disciplina ferrea che impedisce a tutte di uscire individualmente dagli schemi: si parla solo collettivamente e in stretto ordine gerarchico. Se no rappresaglie che sembrano essere terribili. Ma qualcosa comincia a venire fuori. Il mulino funziona bene.


 


Gabriella Carpegna.

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