Un paese
diviso…
Dopo il referendum fatto in Fiat, sono riprese le "litanie di parte" che nulla aggiungono o tolgono ad una situazione, che come tutte le vicende che riguardano il nostro Paese, ha drammaticamente dimostrato che siamo destinati ad essere divisi a metà.
Anche questa volta si prende atto del risultato ed ognuno prosegue sulla strada già tracciata in precedenza, ripetendo pedestremente le proprie posizioni "di parte". Credo che questo avvenga solo ed esclusivamente in Italia dove oramai le posizioni, non importa quale sia l’argomento, prescindono dai contenuti e, soprattutto, dalla valutazione oggettiva degli stessi.
E sì la “valutazione oggettiva dei fatti” e la capacità successiva di “proporre” una possibile soluzione, confrontandosi con eventuali proposte diverse fatte da altri, per arrivare a definire la soluzione “migliore”, non ci sono proprie. Tutte le cose vengono vissute in un clima da “tifosi” che istintivamente propendono per uno dei contendenti… a prescindere.
Tutte le volte la somma dei favorevoli e dei contrari “a prescindere” ci consegna un Paese diviso a metà. Di esempi ne possiamo fare tanti: dai risultati elettorali alla vicenda Tav, dalla monnezza alle escort presidenziali, dalle primarie ai candidati sindaci, dagli sprechi ai diritti., dai doveri ai valori.
Una domanda nasce spontanea…ma dove pensiamo di arrivare proseguendo per questa via fatta di ottusità, pregiudizi e soprattutto malafede, visto che riusciamo a dare ragione solo a chi ci può “essere utile”.
Oggi la “mitica” Ruby Rubacuori in un’intervista ha candidamente dichiarato “Mi pagano per parlare e mi pagano per stare zitta. Diventerò ricca”. Questa frase è la trasposizione letterale dell’Italia di oggi….drammaticamente reale.
Non a caso siamo agli ultimi posti, tra i Paesi industrializzati, per quanto riguarda competitività e produttività ma, in compenso, brilliamo per posizione nella classifica dei Paesi più corrotti.
Per tornare alla vicenda Fiat, in un Paese normale, preso atto della drammatica perdita di quote di mercato dell’ultimo anno della suddetta…Azienda, Sindacati e Governo si sarebbero seduti intorno ad un tavolo per parlare di:
Piano Industriale – Ricerca – Tecnologie - Nuovi Modelli
Produttività degli Impianti verificando, stabilimento per stabilimento, modi e tempi di produzione.
Piano economico di supporto, magari fatto anche ed in parte con soldi pubblici, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi definiti
Con questa impostazione probabilmente si sarebbe scoperto in quali stabilimenti gli impianti sono obsoleti, le risorse umane non adeguate, gli accordi da rivedere…rendendo così tutti partecipi dei problemi e coinvolti nella loro soluzione, in parte anche economicamente ed in funzione del raggiungimento degli obiettivi definiti.
Ovviamente ho semplificato per brevità…ma vi garantisco che in Germania, in Francia ed in altri Paesi del mondo funziona esattamente così. Diversi i Paesi ma identica la cultura imperante che porta, la maggioranza dei cittadini, a fare sempre…del proprio meglio…valutando i fatti oggettivi.
Per valutare bisogna conoscere, e quindi informarsi…per informarsi occorre leggere. Ma siamo impazziti…leggere. La cultura mica riempie la pancia!!! Eh no, non riempie la pancia ma da ossigeno alla mente e per una mente ossigenata, non importa se di centro – di destra o di sinistra, è impensabile alzarsi al mattino e decidere di voler fare il meno possibile cercando di ottenere il più possibile
Troppo impegnativo. Molto meglio occupare delegazioni oceaniche di imprenditori e sindacati, il governo aveva altro da fare, a mettere a punto un accordo su un piano industriale che nessuno conosce, se non per vaghi titoli. Fatto questo si è genialmente pensato bene di sottoporre a referendum la domanda intrinseca dell’accordo che era molto banalmente “Preferisci lavorare o essere disoccupato”.
Incredibile ma vero il 54% preferisce lavorare il 46% anche ma vorrebbe sapere come…Un dato è certo il 100% è, sopra tutto,
…disgustato
e confuso.
gba
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