Dedicato
a tutti coloro
che hanno sottovalutato
il pericolo e...
si sono rovinati
la vita!!!
“Curiamo i malati di Facebook”
Il ministro Fazio lancia l’allarme
sulla dipendenza da social network:
una droga, come l’azzardo
Fenomeno in aumento Sono sempre più numerosi
coloro che chiedono aiuto nei due centri
di riferimento nazionale: il policlinico Gemelli di Roma
e le Molinette di Torino
Facebookdipendenti. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, lancia l’allarme dipendenza dai social network e annuncia un piano d’intervento straordinario: una droga «compatibile con il gioco d’azzardo patologico», contro cui è necessario «ricorrere a strutture socio-riabilitative che assicurano la cura dei disturbi mentali e incentivano programmi riabilitativi contro la dipendenza».
Facebook, social network e giochi online sono «la nuova droga» che si diffonde in rete e travolge sempre più persone, soprattutto fra i giovanissimi ma non solo. Il risultato, nei casi di abuso, sono «sentimenti compulsivi, isolamento sociale, dipendenza psicopatologica, fino alla perdita dei contatti con la realtà e il moltiplicarsi di sentimenti di onnipotenza», sottolinea il ministro Un intervento auspicato, il suo, se si considerano i numeri delle famiglie che ogni giorno chiedono aiuto ai due centri di riferimento nazionale (al Gemelli di Roma e alle Molinette di Torino), come anche nei ambulatori per le dipendenze presenti nelle varie Asl.
A sollecitare l’intervento di Fazio alla Camera è stata un’interrogazione parlamentare di Giorgio Jannone, Pdl: «Adolescenti, ma anche persone adulte, preferiscono restare in casa, davanti il pc collegato a qualche social network piuttosto che uscire e creare rapporti o relazioni con altre persone». Interessi, impegni, eventi, «tutto passa ormai dal web». Una vera malattia - dice Jannone e concorda il ministro - il cui inizio «consiste nell’eliminare ogni occasione di incontro, finendo con l’uscire da casa solo per andare a scuola o al lavoro».
Internet e Facebook sono «un’ossessione per persone che diventano frettolose persino nel mangiare, inventando scuse continue per tornare al pc». Se gli adolescenti sono i «malati» per eccellenza, la patologia coinvolge anche i genitori: «Padri e madri non si rendono immediatamente conto di che cosa sta accadendo ai figli, e solo quando i ragazzi sviluppano un rapporto di dipendenza e restano connessi anche tutta la notte sorge il problema».
Per il ministro occorre a questo punto «favorire il sostegno e il recupero dei dipendenti dal web». E annuncia, per questo Piano sanitario nazionale 2011-2013, piani di azione mirati. È molto più che un sospetto. La dipendenza da Facebook, concorda la psicoterapeuta Elisa Caponetti, può essere totale.
«Questo tipo di dipendenze - sostiene - non devono assolutamente essere sottovalutate, perché possono portare a conseguenze serie, sia nella sfera intima e personale, sia nel processo di crescita». E se gli adolescenti rappresentano il gruppo sociale più attratto e colpito, «molte cause di divorzio oggi hanno origine proprio dai social network».
Come uscirne? «La cura per la Internet-dipendenza è sostanzialmente la stessa - dice il ministro - che si adotta per gli altri tipi didipendenza: si ricorre alle medesime strutture socioriabilitative che trattano i disturbi mentali». Si legge tutto, ormai, su Facebook. Anche le cose più intime. Decine, centinaia, migliaia di amicizie che spesso esistono solo virtualmente, ma si raccontano qualsiasi cosa, anche delle sfere più private. «Il rapido sviluppo di questo processo - è convinto il ministro - sta causando fenomeni psicopatologici che si esprimono con sintomi simili a quelli che si osservano in soggetti dipendenti dalle sostanze psicoattive».
MARCO ACCOSSATO – La Stampa
6 Agosto 2011
Meditate
gente
meditate.
Se vi va commentate qui sotto!!!
gba
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