giovedì 21 marzo 2013


Ieri era la giornata 
mondiale della
FELICITA’
oggi della
POESIA

Vi propongo di
festeggiarle insieme
dandoVi un esempio di
“italica felicità”
figlia della
“poesia dominante”

Mi trovo in Via della Spiga a Milano, in coda davanti a Tiffany. La crisi c'è ma riguarda soltanto il 95% delle famiglie italiane. I ricchi e i benestanti ci sono sempre e… i saldi attraggono!

Sono, appunto, in coda per entrare da Tiffany e noto che accanto a me c'è un giovane di colore, alto circa 1,85, sui 25 anni, che sta parlando (in un italiano un po’ stentato), con una coppia di distinti signori milanesi di una certa età; questo giovane porta al polso un bel Rolex d'oro, indossa un abito di Dolce e Gabbana e sulle spalle ha un cappotto di cashmere.

Anche per ingannare l’attesa, ad un certo punto gli chiedo da dove proviene e se a Milano si trova bene.

Alì, questo il suo nome, in un italiano un po’ approssimativo, mi rivela di essere marocchino e che è arrivato in Italia tre anni fa in uno dei barconi che approdano a Lampedusa.
Mi confida, quindi, che per circa due anni si è arrangiato come poteva, vendendo abiti sulle spiagge e facendo qualche lavoretto qua e là. A quel punto io, francamente sorpreso, gli replico: "Ora, però, direi che te la passi proprio bene! Lavori, presumo. Di cosa ti occupi?”

Lui, allora , mi racconta che lo scorso anno, a Pasqua, si trovava a lavorare a Portofino come lavapiatti. Mentre passeggiava, è stato avvicinato da una distintissima signora che gli ha chiesto un favore; avrebbe dovuto entrare con lei in un negozio di abbigliamento, acquistare, per suo conto, alcuni abiti, pagare in contanti e mostrare il proprio passaporto marocchino.

Alì, infatti, risulta fiscalmente residente in Marocco e, quindi, non deve sottostare alle misure restrittive che prevedono la limitazione a 1.000 € dei pagamenti per contanti. “In pratica” mi confida Alì “quel giorno ha segnato una vera e propria svolta nella mia vita”. “In quella occasione, ho accompagnato” continua Alì “la signora in tre boutiques, ho pagato in contanti complessivamente 29mila euro e, alla fine, mi sono visto donare 1.000 euro come mancia”.

Alì, che non è uno stupido (in Marocco gli mancavano due esami per laurearsi, quando è espatriato), mi rivela pure che, da allora, ha iniziato a fare il “personal shopper” per gente ricca a Milano e Roma (o dovunque lo chiamino). Ha aperto un sito internet nonché un profilo su facebook. Chatta su twitter raccontando gli ultimi acquisti fatti per conto terzi (ovviamente in rete usa uno pseudonimo ed inoltre utilizza un cellulare prepagato che cambia ogni settimana).

Per non dare nell'occhio – in quanto spenderebbe troppo, per una persona sola – ha reclutato alcuni suoi connazionali che gli forniscono, di volta in volta, il loro passaporto e così le spese possono essere fatte in grande quantità.La cosa “interessante” è che, inoltre, una volta finita la sessione di shopping, riesce a recuperare l'IVA, in quanto essendo cittadino straniero, gode del recupero dell’imposta.
Solitamente, divide questo provento extra con chi si avvale della sua collaborazione.

Alì mi ha ancora confidato che lo scorso Natale ha guadagnato in pochi giorni circa 30.000 euro.

Se continua così, entro tre anni spera di tornare in Marocco, di comprarsi una villa, un piccolo ristorante e… così prevede di sistemarsi! “Certo che sei stato furbo!” gli dico io.Lui, guardandomi con espressione sorniona: "Mbe’, caro signore, a dire il vero dovrei ringraziare infinitamente il vostro Governo e tutti quelli che continuano ad invocare giustamente la tracciabilità quale misura di contrasto all’evasione senza però fare alcun controllo. Se non fosse stato per costoro, io sarei ancora a fare lo sguattero a 500 euro al mese. Adesso, invece, ho un futuro, potrò sposarmi, avere dei figli e tutto grazie, appunto, a Monti e chi lo ha preceduto.

L'Italia è veramente una terra che offre mille opportunità... basta saperle cogliere! Devo anche dire che mi sento a posto con la coscienza, penso di meritare una benemerenza: è grazie a me, e ad altri stranieri come me, che le persone che ci utilizzano per i loro acquisti in contanti non se ne vanno a spendere in Francia o in Svizzera oppure in Austria!”.

A quel punto, noto che i sacchetti regalo dei due signori milanesi sono già belli pesanti, così Alì li aiuta a trasportarli. Tiffany è l'ultimo negozio, devono acquistare un paio di bracciali in oro per regali alle due figlie. Gli ultimi 12.000 euro e poi a casa a festeggiare!
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Non so se questa “novella” sia o meno vera ma so per certo che le normative sulla tracciabilità hanno molte falle e, tra queste, quella che per l’ennesima volta si bada alla forma e non alla sostanza. Si legifera ma non si controlla. La sostanza è che per diventare un Paese moderno occorre lavorare per cambiarne la “cultura” facendo cose che IMPEDISCANO la pratica quotidiana della ITALICA FURBIZIA.
Parlare di meno e fare di più per far si che norme e leggi vengano semplificate, applicate e rispettate. Le buone intenzioni non bastano più. E se non si lavora a fondo per  cambiare la “cultura dominante” non ci si può poi stupire dei grillini, dei berlusconiani o di chi per loro che saranno anche “populisti” ma raccolgono la odierna cultura della maggioranza dell’italico popolo fatta di “Rabbia & Pancia”. Siamo agli antipodi del piacere di essere menti pensanti che possono generare civile e condivisa Poesia. Gba
Buona Primavera!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!

gba

1 commento:

  1. A chi dobbiamo l’idea di fare la festa della felicità in un tempo come questo!
    Forse è uno slancio di ottimismo … o un gesto di misericordia, verso quelle poche speranze agonizzanti , giusto per non lasciarle morire?!!
    Ho letto, che la festa della felicità è stata istituita dalle Nazioni Unite. Noi giustamente subito ci accodiamo, perché ci piace, perché siamo un popolo di burloni che si entusiasma, pur non avendo nell’attuale momento storico, nessun motivo per essere felici.
    Non si può trovare la serenità in un paese, dove nulla compare all’orizzonte, dove la gente continua disperatamente ad immaginare un tempo migliore, ma invano; dove le condizioni economiche precipitano davanti agli occhi di chi non ha un lavoro o lo ha perso e non vede alcuna prospettiva per il futuro; dove i fortunati che il lavoro ancora ce l’hanno, non sanno quanto e se durerà, persino i cosiddetti privilegiati dipendenti pubblici, chissà se verranno retribuiti fino alla fine dell’anno.
    Non abbiamo altro che da fare i conti sui cedimenti, sui disastri e i tracolli della nostra politica, senza ovviamente sapere dove tutto ciò ci porterà.
    Dunque, invitare un paese come il nostro a mostrarsi contento, forse rasenta il ridicolo, non sembra ci siano i presupposti per sfoderare trombette e coriandoli.
    L’aria che si respira è di arresa , di scontento , ed è sempre più difficile sorridere.
    La Festa della felicità, induce addirittura un po’ tristezza che spinge anche ad andare oltre , verso tutti quelli ancora più sfortunati, verso coloro che subiscono le violenze della guerra, verso tutti quelli che sono soli … e verso quelli che mancano a questo all’appello.
    Non si può essere felici, quando ognuno coltiva il proprio orto non curante del vicino, quando la legge diventa soltanto roba da trasgredire e non da discutere.
    La felicità è una parola, che pensarla, serve soltanto per farci sentire quanto ne siamo lontani, quanto sia un concetto diverso per tutta la gente. Qualcuno si sente felice acquistando un bracciale da 12.000 euro, mentre qualcuno è felice di dormire con il proprio cane dentro un portone, come è successo ad un barbone che ho avuto modo di conoscere in un giorno di pioggia, era felice perché aveva trovato riparo e nessuno lo aveva mandato via … è questione sfumature ?!!
    Sembra banale tutto ciò, ma è un contrasto manifesto, che sottolinea quanto sia effimera la felicità, quanto sia un tranello e quanto poi in fondo sia irraggiungibile.
    Star bene, forse è quello che può farci sentire felici. Star bene con se stessi per essere in grado di affrontare le difficoltà , comprendere e imparare che se ci guardiamo intorno sentendo l’energia degli altri, tutti i giorni si compie un piccolo miracolo.
    Forse la felicità da qualche c’è ma non dura, spesso si nasconde per farsi trovare dentro alle cose apparentemente più banali … in un sorriso inaspettato, nell’ avere addosso un maglione spesso di lana quando fa freddo, nel togliersi le scarpe quando i piedi fanno male .

    Ieri si sponsorizzava la felicità, oggi è festa della poesia … non ne ho parlato, non per trascuratezza, ma perché la poesia è dentro e davanti a noi, non per un solo giorno, ma sempre. E’ il linguaggio dell’anima che ci portiamo dietro … magari non lo sappiamo scrivere ma lo viviamo attraverso tutto ciò che ci sorprende …. e poi ….
    “Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro.”
    M. Mazzantini

    Margherita Grolla

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