Ogni tanto
disconnettetevi
&
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Il mago del marketing
che non osanna la Rete
che non osanna la Rete
Un
mese fa Paolo Landi, mago del marketing e stratega della comunicazione, ha
chiesto ai suoi figli - Alessandro di 18 anni, Lavinia di 16 e Jacopo di 13 -
come regalo per i suoi primi 60 anni di scrivergli 3 lettere.
Azzardo:
vuol dire un pensiero su Facebook? Ride l’uomo che per 18 anni ha diretto la
pubblicità del gruppo Benetton e che, chiamato a fine 2009 da Stefano Beraldo,
amministratore delegato del gruppo Coin, ha contribuito a riposizionamento di
marchi come Ovs. «Per carità! Lettere scritte a mano, carta e penna. Salvo
Linkedin per ragioni professionali, non sono sui social network», spiega.
«Penso che chi scrive bene pensa bene e forse vive bene. In famiglia siamo
abituati a scriverci; durante i tantissimi viaggi che ho fatto in giro per il
mondo ai ragazzi ho sempre spedito delle cartoline».
Romantico.
Cosa le hanno scritto? «Lettere meravigliose, ovviamente diverse. Lavinia che è
in piena fase adolescenziale ha parlato molto di sé stessa; Alessandro ha
iniziato dicendomi che sbagliavo a non voler dire che ho 60 anni ma, anzi,
dovevo esserne orgoglioso; Jacopone una lettera breve, commovente».
Questo
tenero racconto resterebbe un piccolo episodio di un ormai desueto lessico
familiare se non fosse che il pubblicitario tanto abile a vendere prodotti e
inventare campagne di comunicazione (oggi fa il consulente oltre che per il
gruppo Coin per la Fiera di Bologna, per la Pinacoteca Agnelli etc etc)
sostiene che, grazie ai suoi figli, molto riflettendo su
infanzia&mercificazione ha maturato posizioni assai critiche su tutto ciò
che è mediato da uno schermo. «Sono convinto che le nuove élites saranno quelle
che leggono libri e non quelli che sono sempre connessi con tutto salvo con il
mondo che li circonda».
Laureato
in Scienze politiche a Firenze («Ho avuto grandi maestri come Mario Luzi,
Spadolini, Sartori») Paolo Landi nel 2007, quando ancora non dovevamo assistere
allo show delle «Quirinalizie» e ai processi sul web, è stato il primo autore
italiano a scrivere un pamphlet «Impigliati nella rete» (editore Bompiani)
contro la retorica di Internet. E il bello è che un anno prima, anche se non lo
conosceva, aveva inviato a Beppe Grillo le bozze di un altro suo saggio -
«Volevo dirti che è lei che guarda te» (Bompiani 2006) - sulla invadenza della
tv. A Grillo era tanto piaciuto che gli aveva scritto -gratis - la prefazione.
«Quattro edizioni, 70 presentazioni in giro per tutta Italia: un successo che
devo a Grillo. Ma poi anche lui è finito, come da titolo del mio libro,
impigliato nella rete! Scrissi quel libro, forse troppo in anticipo, perché ero
stufo di come, soprattutto nelle aziende, saltava sempre fuori uno - mai il più
intelligente - che tirava fuori il potere salvifico di Internet. Ovviamente,
non puoi farne a meno. Ma non sopporto la mitizzazione.Vi ricordate il can can
su Second Life? Scomparsa e, presto, finirà anche Facebook. La tecnologia va
veloce, brucia tutto».
Cittadino
di Treviso, città dove dopo 20 anni alle amministrative è crollata la Lega a
beneficio della sinistra non del movimento 5 Stelle, Paolo Landi riflette: «La
democrazia della Rete, come avevo previsto, è una pia illusione. Non solo. Alla
fine di tutto ciò che è successo in questi mesi la sola cosa che resterà nella
memoria è Grillo che attraversa a nuoto lo Stretto di Messina e che si offre
nelle piazze. Forse rimarrà anche il nome di Adele Gambaro, l’espulsa. Il
resto? Una massa indistinta di persone. La piazza virtuale è acqua fresca».
Quanto
ai bambini Landi s’infervora: «Le vecchie divisioni per classi sociali non
esistono più; ormai le diverse classi si distinguono attraverso dei segnali.
Esempio: sembra incredibile ma ora i magri sono i ricchi, gli obesi i poveri!
Ebbene, quei bambini condannati a stare per ore davanti al pc, alla tv o
all’ultima Playstation comprata con sacrificio dai genitori sono penalizzati
rispetto ai coetanei che hanno il privilegio di leggere, fare sport di squadra,
relazionarsi con gli altri. Le élites future sono quelle che si misurano con la
vita vera non quella mediata da uno schermo». Disconnetteteli!
Chiara Beria Di Argentine
La
Stampa 23 Giugno 2013
…guardando
negli occhi
chi Vi sta di fronte
percependo
parole, sguardi e gesti,
ritrovando il piacere
del confronto reale…
il gusto magico
del sapersi
confrontare…
rendendo così migliore
un mondo sempre più
virtuale!!!
A proposito…noi Martedì 25 sera,
vedi locandina a lato in alto a sinistra,
abbiamo un appuntamento…
cercate di non mancare!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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