Una società che induce all’individualismo
rende sempre più
rende sempre più
presuntuosi ed arroganti,
incapaci
di confrontarsi
e di condividere…
Ufficio Sfoghi
Lo
relegheranno a caso di ordinaria follia. Un vigile urbano avanti con gli anni
che viene accusato di timbrare il cartellino anche per i colleghi. Il processo,
la condanna, la destituzione dall’incarico. E intanto il virus nazionale del
vittimismo che gli monta dentro, fino a catalizzarsi intorno a un bersaglio in
carne e ossa: la sindaca di un paese del Varesotto, teatro di tutta vicenda.
Per trasformarla in tragedia manca l’ultimo requisito: il porto d’armi che
consente a quest’uomo di mantenere un arsenale di carabine e fucili a pompa.
Giuseppe Pegoraro si presenta in Comune, spara al primo cittadino, ferisce anche
il secondo, e quando viene infine messo nelle condizioni di non nuocere, le sue
prime parole sono quelle di un giustiziere della notte cresciuto a rancore e
telefilm: «Adesso ho regolato i miei conti».
Ordinaria
follia. E però quanti Pegoraro, per fortuna senza porto d’armi, solcano ogni
giorno le strade del nostro scontento? Quanta rabbia intrisa di mania di
persecuzione, alla ricerca spasmodica di un capro espiatorio da sacrificare
sull’altare di un regolamento di conti scambiato per giustizia? L’essere umano
funziona così da quando frequenta il mondo. A non funzionare più è la comunità
che un tempo assorbiva un po’ di questo disagio. Il prete, il medico condotto,
il circolo comunista, la famiglia patriarcale. Non facevano miracoli, ma erano
camere di decompressione, sfogatoi legalizzati in cui scaricare malumori e
risentimenti prima che montassero fino all’impazzimento. Oggi gli sfogatoi sono
i social network, ma senza contatto fisico la solitudine fa in fretta a
diventare malattia.
Massimo Gramellini
La
Stampa 3 Luglio 2013
…e cosi si è
sempre più soli,
convinti delle proprie
verità esclusive
che, nel tempo,
si dimostrano
essere
FOLLIA.
se volete,dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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