giovedì 5 settembre 2013

Al peggio
non c’è mai fine…

Svizzera in testa, 
gli Usa risalgono 
al quinto posto
L’Italia è sempre meno competitiva,Lituania 
e Barbados più avanti di noi.

La nostra economia crolla al 49° posto nella classifica del World Economic Forum. Pesano la scarsa efficienza dei mercati e il ristretto accesso ai finanziamenti.

L’Italia è scesa al 49° posto della classica annuale del World economic Forum (Wef) delle economie più competitive del pianeta. Nella graduatoria 2013-2014, guidata dalla Svizzera, l’Italia risulta preceduta da Lituania e Barbados e 49ª su un totale di 148 economie, mentre l’anno scorso era 42/a su 144. I peggiori voti sono registrati in settori quali l’efficienza del mercato del lavoro (137) e lo sviluppo del mercato finanziario (124).

Nessun cambiamento invece per la Svizzera confermata al vertice dal Global Competitiveness Report 2013-2014 per il quinto anno consecutivo. L’indice di competitività globale (Gci) pone Singapore e Finlandia rispettivamente in seconda e terza posizione (invariate), mentre la Germania guadagna due posizioni e sale al quarto posto. Anche gli Stati Uniti, dopo quattro anni di trend in discesa, registrano un miglioramento e salgono dal settimo al quinto posto. La classifica dei Top Ten prosegue con la Svezia (6, quarto l’anno scorso), Hong Kong (7, nono l’anno scorso), i Paesi Bassi (8, quinto), il Giappone (9, decimo) ed il Regno Unito (10, ottavo nel 2012). 

Il Wef osserva che in Europa, gli sforzi per affrontare il debito pubblico ed evitare un break-up dell’euro hanno in parte distolto l’attenzione dalle questioni legate alla competitività. Le economie dell’Europa meridionale come Spagna (35ª), Italia (49ª), Portogallo (51ª) e in particolare la Grecia (91ª) hanno bisogno di affrontare le debolezze nel funzionamento e nell’efficienza dei loro mercati, promuovere l’innovazione e migliorare l’accesso al finanziamento. 

Tra le economie emergenti «brics», la Cina è al 29° posto, il Sudafrica al 53° davanti al Brasile (56°), l’India (60°) e la Russia (64), l’unica a migliorare la sua classifica, salendo di tre posti, mentre il Brasile scende di otto posti. 

La classifica del Wef è stilata in base a un Indice globale di competitività (Gci) costruito con una media ponderata di punteggi in diversi fattori che coprono 12 categorie, tra le quali le istituzioni e le infrastrutture, la salute e l’istruzione superiore, efficienza del mercato di beni e servizi, l’efficienza del mercato del lavoro, lo sviluppo del mercato finanziario, la tecnologia e l’innovazione. 

Economia
La Stampa 5 Settembre 2013

…anche se
è evidente che 
una eventuale 
santificazione 
eterna 
di Silvio Berlusconi 
ci farebbe 
in pochi secondi 
diventare uno dei Paesi 
più competitivi del Pianeta!!!

Ma ahimè il problema non è Berlusconi
ma bensì la cultura oramai dominante 
che lui ben rappresenta; fare il meno possibile
cercando di ottenere il più possibile.
Questo modus vivendi ha reso questo Paese
ed i suoi abitanti…impresentabili.
Le rare eccezioni che sinora hanno permesso
al Paese di salvarsi…non bastano più
 e quindi…si precipita.
La soluzione è una sola;
che gli italiani inizino ad essere 
culturalmente adeguati, 
sentendosi parte di un insieme
e facendo del loro meglio, in modo onesto e leale,
per far si che l’insieme Italia
riesca ad essere finalmente competitivo...
rispettando leggi e norme vigenti.

I have a dream !!!

gba


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