Una classe politica
inadeguata…
inadeguata…
L’amica ritrovata
Un ministro non può avere amici, scriveva ieri Michele Brambilla. Soprattutto
certi amici. Nella società dell’immagine, godere di un’immagine positiva
rischia paradossalmente di risultare pericoloso. Lo sta scoprendo in queste ore
Annamaria Cancellieri. Il cittadino esasperato dai privilegi (altrui) non le
contesta di avere cercato di agevolare la scarcerazione di un detenuto malato,
ma l’appartenenza di quel detenuto, e quindi di lei stessa, all’aristocrazia
del potere.
Per
intenderci, se la telefonata umanitaria l’avesse fatta Berlusconi, nessuno
avrebbe manifestato sorpresa e forse neanche imbarazzo: il passaggio dalla
nipote di Mubarak alla figlia di Ligresti sarebbe anzi sembrato un’evoluzione,
se non altro generazionale. Ma la Cancellieri non è Berlusconi, e nemmeno
Andreotti o D’Alema. È una che non pensi proprio possa avere il numero di
telefono dei Ligresti. Nel ritratto che i suoi comportamenti pubblici hanno
contribuito a creare, lei è la nonna della Patria, il funzionario dal tratto
umano, la persona semplice e di buonsenso che ama circondarsi di persone
semplici e di buonsenso, mica di squali e squalette della finanza.
La
difesa della super liquidazione del figlio manager (per qualche tempo di una
società dei Ligresti) poteva ancora rientrare nella sfera dei sentimenti
materni che tutti le riconoscono, senza turbare troppo la purezza del quadro.
Ma la sua amicizia, ovviamente legittima, con una delle famiglie più
chiacchierate d’Italia contraddice «la narrazione», come si dice adesso. E
segna un punto a favore di chi pensa che l’establishment italiano, appesantito
dall’intreccio di troppe relazioni, non sia più riformabile ma vada rinnovato
in blocco.
Massimo Gramellini
La
Stampa 2 Novembre 2013
Inaffidabile…
Berlusconi,tre mesi di
contraddizioni sul governo ha detto tutto e il suo contrario.
Immutabile…
Tessere false, pioggia di ricorsi. Da Torino a
Catania, allarme nel partito democratico che manda ispettori per le situazioni
più delicate
Residenti
in un comune che risulterebbero iscritti in un altro. Città in cui i tesserati
miracolosamente si moltiplicano come i pani e i pesci. Ricorsi che fioccano
alle varie Commissioni di garanzia. Il congresso del Pd è ormai in moto, si
parte con le assise locali, c’è tempo fino al 6 novembre, anche se in molte
province, soprattutto al Nord, si stanno svolgendo in questo weekend. E, qua e
là, si accendono fuochi di polemica: allarmi e vere e proprie segnalazioni di
possibili irregolarità, tessere gonfiate, tessere bianche, «pacchetti di
tessere come fossero schede telefoniche», come denuncia il candidato alla
segreteria Pippo Civati. Tanto che, come l’Onu nelle zone a rischio, così pure
il Pd nazionale ha mandato i suoi uomini su alcuni territori.
Da
qualche parte, come a Torino, la visita dell’osservatore, Giovanni Lunardon,
segretario regionale della Liguria, incaricato dalla Commissione congresso, si
è conclusa venerdì sera con un comunicato distensivo e la rassicurazione che
non ci sono state irregolarità nel tesseramento. Oltre novemila tessere, 9.003
per la precisione, si chiarisce, sono solo «frutto di un materiale errore di
invio nella spedizione». Per il resto, 12.347 corrispondono a tesserati
«passibili di rinnovo» e 4.337 sono quelle bianche, «quota fisiologica
assegnata ai circoli per i nuovi iscritti».
Ma
un numero esorbitante di tessere bianche sono state inviate anche a Lecce, dove
è stato spedito a «osservare» il deputato veltroniano Roberto Morassut. «Nel
2012 la provincia di Lecce contava circa 4700 tesserati, quest’anno, a marzo,
la Direzione nazionale ha inviato 16mila tessere», spiega. Non si sa ancora
quante di queste siano state usate, «ma da quanto mi hanno raccontato, pare ci
siano centri in cui il numero di iscritti è cresciuto notevolmente. Proporrò
alla Commissione congresso di sospendere e rinviare i congressi locali». Quello
che succederà a Catania: lì, dove è stato inviato il bersaniano Nico Stumpo, i
due candidati segretari provinciali hanno fatto un passo indietro per cercare
di svelenire il clima, il congresso è sospeso, si vedrà come andare avanti. E
anche in altre città siciliane potrebbero aprirsi problemi, dato che la
coordinatrice regionale dell’area Civati ha annunciato ricorso alla Commissione
nazionale di garanzia.
Ma
anche altrove, dove non sono arrivati osservatori romani, ci sono territori in
cui si grida all’anomalia. Sul suo blog, ieri, Civati ha scritto di un suo
sostenitore schiaffeggiato, a Napoli, da un esponente del Pdl «che stava
facendo tessere per il congresso del Pd». Qualche giorno fa, sullo stesso blog
è apparsa una lettera anonima di un giovane democratico di Casoria che parla di
«tessere su tessere, pacchetti che appaiono dal nulla e diventano
mattoni».
«In
alcune situazioni c’è stato un aumento delle tessere non fisiologico, è giusto
fare controlli», valuta il renziano Lorenzo Guerini, che fa parte della
Commissione congresso. Dalla provincia di Cosenza due membri delle commissioni
di garanzia regionale e provinciale parlano di «irregolarità nella fase che
precede il congresso», e c’è pure la segnalazione di tessere 2012 di cui non
risulterebbe pagato il versamento. Ad Avellino quattro dei cinque candidati
denunciano l’iscrizione di esponenti di altri partiti e di residenti in altri
comuni. Tessere che, naturalmente, hanno un costo: 15 euro la quota per
così dire «nazionale», a cui ciascuna federazione può aggiungere qualcosa per
sostenere le attività locali. «Costerà meno la mia campagna elettorale del tesseramento
in qualche provincia…», prevede maliziosamente Civati.
Certo,
ammettono un po’ tutti sottovoce, nell’anno del congresso è abbastanza normale
che ci sia un aumento delle tessere. Nel 2009, anno di elezione a segretario di
Bersani, si viaggiava sugli 800mila iscritti, scesi poi nel 2011 a poco più di 600mila,
e a 500mila l’anno scorso. Obiettivo del 2013, dichiarato qualche mese fa dando
il via al tesseramento, è arrivare a 750mila: certo, però, sarebbe meglio non
arrivarci con l’ombra di iscrizioni fittizie solo a fini congressuali. «Non ho
niente da dire», taglia corto il responsabile organizzazione Davide Zoggia.
Martedì torna a riunirsi la Commissione congresso. Cercherà di fare il
possibile per prevenire contestazioni. Ed evitare una pioggia di ricorsi
postumi alla Commissione nazionale di garanzia.
Francesca Schianchi
La
Stampa 27 Ottobre 2013
Improponibile semplicemente
perché
indecente, ma
la parte migliore
del Paese
dov’è?
…se volete,dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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