Per salvare
l’Italia
occorre
fermare
il ciarlatano che
predica bene,
a colpi di tweet
ed interviste,
l’Italia
occorre
fermare
il ciarlatano che
predica bene,
a colpi di tweet
ed interviste,
ma razzola
come i suoi predecessori
come i suoi predecessori
…se non peggio!!!
Le cause del dissesto
Dalla Liguria al Veneto, mezzo secolo di delirio edilizio che ha mangiato oltre 5 milioni di ettari di campagna. E mentre il Paese frana sotto la pioggia, passa la legge voluta dal governo che sblocca i nuovi cantieri.
Lo scaricabarile sulle alluvioni nell’Italia che
non sa fermare il cemento
Lascia
interdetti lo scaricabarile tra il Presidente del Consiglio e il
Presidente della Liguria sulle responsabilità del dissesto del territorio
italiano. E non solo perché è indecoroso mettersi a discutere mentre i
cittadini e la Protezione civile lottano contro il fango: ma anche perché la
questione è troppo maledettamente seria per liquidarla a colpi di dichiarazioni
e controdichiarazioni tagliate con l’accetta.
Andrà
scritta, prima o poi, la vera storia della cementificazione dell’Italia. Quella
storia che oggi ci presenta un conto terribile. Andranno identificati,
esaminati, valutati i giorni, le circostanze, i nomi, le leggi nazionali e
regionali, i piani casa, i piani regolatori, i condoni, i grumi di interesse
che — tra il 1950 e il 2000 — hanno mangiato 5 milioni di ettari di suolo
agricolo. E che solo tra il 1995 e il 2006 hanno sigillato un territorio grande
poco meno dell’Umbria, in un inarrestabile processo che oggi trasforma in
cemento 8 metri quadrati di Italia al secondo: come ci ricorda un prezioso
libretto di Domenico Finiguerra.
Per
dare un titolo a questa brutta storia, negli anni Settanta Giorgio Bocca, Indro
Montanelli e Antonio Cederna parlarono di “rapallizzazione”: perché Rapallo e
tutta la Liguria erano il luogo simbolo della distruzione del paesaggio e della
deformazione delle città. Per sapere che quella regione non ha cambiato verso,
non importa leggersi le statistiche che ci dicono che, tra il 1990 ed il 2005,
in Liguria si è massacrato il territorio più che in Calabria e in Campania:
basta accendere la televisione.
Ma
è stato tutto il Nord a pensare che lo sviluppo fosse perfettamente sinonimo di
cemento. E continua a pensarlo.
Quando,
nel maggio scorso, un cittadino di nome Gabriele Fedrigo ha esposto fuori dalla
sua finestra due striscioni con su scritto «Basta cemento» e «Acqua e aria
sane», il suo Comune lo ha diffidato, perché avrebbe attentato al decoro
urbano. Il comune era Negrar, in Valpolicella: quello che ha dato origine alla
parola “negrarizzazione”, che vuole dire «urbanizzazione speculativa, e al di
fuori di ogni controllo» (Dizionario Treccani).
È
stato l’architetto veronese Arturo Sandrini a coniare questo termine, in un
articolo del 1997 in cui invitava a ribellarsi al processo che ha trasformato
Negrar, la Valpolicella e tutto il Veneto «quasi in un’unica immensa area
urbanizzata, dov’è difficile trovare qualche zona non interessata da quel
delirium edilizio, fatto di orridi capannoni prefabbricati, naturalmente uno
diverso dall’altro, di ville, villette e villone, ovviamente non quelle venete,
che giacciono invece impietosamente abbandonate».
Sandrini
non era solo. Quando Fedrigo (che non scrive solo slogan, ma ha anche pubblicato
il libro di ri- ferimento sulla Negrarizzazione. Speculazione edilizia,
agonia delle colline e fuga della bellezza , 2010) è stato diffidato, la
Valpolicella si è riempita di identici striscioni. Ne è comparso una perfino
sulla villa Serego Alighieri: la residenza che nel 1353 fu comprato dal figlio
di Dante, Pietro, e che dopo ventuno generazioni è ancora di proprietà dei
discendenti diretti del poeta.
Ma
se questa storia diventa esemplare, se si può parlare di una “negrarizzazione”
dell’Italia intera, è proprio perché la sua morale risponde in modo concreto
alle domande di queste ore: di chi è la colpa? A Negrar non c’è stato un
singolo mostro, l’orco speculatore. Né c’era una povertà da cui riscattarsi di
colpo. E non c’è stato nemmeno l’abusivismo: non c’è un solo edificio fuori
della legge, a Negrar.
La
Valpolicella aveva una bellezza naturale struggente, aveva la storia, aveva un
vino spettacolare: un’economia solida. Ma questo non è bastato: era troppo
lento. La speculazione edilizia è come una droga: tutto corre più veloce. E
allora una comunità — senza che nessuno la costringesse — ha deciso di eleggere
politici disposti a corrompere le leggi, perché le leggi corrotte permettessero
di corrompere l’ambiente. Legalmente.
Il
motto del ventennio berlusconiano — “padroni in casa propria” — è stato
applicato nel modo più radicale e devastante: fino a distruggere la casa
stessa. E infatti il sinonimo perfetto di “negrarizzazione” è
“irresponsabilità”: l’idea bestiale che non importa chi sarà a pagare il conto.
Anche se saranno i nostri figli: anzi noi stessi, solo qualche anno — o qualche
temporale — dopo. E non siamo usciti da questa storia: basta vedere quante
resistenze, e quanto violente, sta incontrando l’ottimo Piano Paesaggistico
della Regione Toscana, finalmente vicino all’approvazione.
Allora vorremmo che il Presidente del Consiglio pensasse al futuro,
e non al passato. Che invece di sostituirsi ai giornali e agli storici nella
ricerca delle responsabilità, egli si chiedesse cosa può e deve fare il suo
governo. Che invece di pensare alle leggi regionali, pensasse a quelle che sta
firmando lui.
Vezio
De Lucia ha spiegato ( Nella Città dolente , 2013) che la storia del cemento
cominciò davvero quando la Democrazia Cristiana rinnegò Fiorentino Sullo e la
sua ottima legge urbanistica, che ci avrebbe lasciato un’Italia diversa. Era il
1963: cinquant’anni dopo il governo di Matteo Renzi fa
lo stesso errore, approvando lo Sblocca Italia di Maurizio Lupi, che è una
legge fatta per portare a compimento la “negrarizzazione” dell’Italia.
Una legge che bisognerebbe avere il coraggio di ripensare radicalmente anche se
è appena uscita sulla Gazzetta Ufficiale. Anzi, una legge che bisognerebbe
avere il coraggio di rottamare.
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Tomaso Montanari
La
Repubblica 17 Novembre 2014
Se volete, dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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