Proporrei il sotto citato
come trainer
per gli attuali e futuri parlamentari
non ancora addestrati a praticare l’Italico concetto
di
GESTIONE della POLITICA
Sostiene
Lavitola
Se questa lettera è falsa, mette spavento.
Se è vera, molto di più. Fra i documenti sequestrati dalla magistratura al
faccendiere Valter Lavitola spunta un appello chilometrico e accorato a
Berlusconi. Il cosiddetto direttore del fu «Avanti!». Lavitola appunto, lo
avrebbe scritto alla vigilia dell’ultimo Natale dal rifugio di Rio de Janeiro,
prima di rientrare in Italia e consegnarsi alla giustizia.
Parole in libertà, anche dalla grammatica,
che raccontano gli ultimi anni di questo disgraziato Paese meglio di un
trattato politico o di una gag di Cetto La Qualunque, dando corpo ai sospetti,
alle angosce e alle vergogne che hanno tratteggiato il crepuscolo del regimetto
silviesco. Riporterò un’antologia di brani scelti, limitandomi a qualche
commento in corsivo che dedico al fustigatore dei Lavitola di ogni epoca: Totò.
«Sig. Presidente, La prego di scusarmi se,
con la consuetudine che lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza (In
quel mondo di maneggi fumosi la chiarezza è una colpa da dichiarare
preventivamente). Leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso mi ha fatto molto
male e ha rischiato d’avvero (licenza po’etica) di farmi impazzire. Io mi sono
fatto da solo senza il suo benché minimo contributo. Lei invece era in debito
con me per avere io comprato De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale
Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie della Procura da dove erano
arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie e “lavorato” Dini.
(Lavitola sta rivendicando come meraviglie da Nembo Kid una serie di manovre
corruttive per far cadere il governo Prodi nel 2007).
“Lei mi ha promesso più volte di entrare al
governo, di mandarmi al Parlamento Europeo, di entrare nel cda Rai (questa ce
la siamo risparmiata), che il primo incarico importante che si fosse presentato
sarebbe stato per me, di collocare la Ioannuci nel cda dell’Eni (Claudia
Ioannuci, ex senatrice di Forza Italia amica sua), di nominare Pozzessere
almeno direttore generale di Finmeccanica (almeno).
“Mi ha concesso: la Ioannuci nel cda delle
Poste (l’Eni ringrazia, le Poste meno) e il commissario delle dighe, ruolo
inventato da me con Masi quando era a Palazzo Chigi. (Chiudete gli occhi e
liberate l’immaginazione: Lavitola e Masi, il futuro dirett-horror della Rai,
chiusi dentro Palazzo Chigi mentre su concessione del Capo si inventano il commissario
delle dighe. Per la cronaca si chiama Guercio, e qui la realtà supera i
Vanzina). “Ho ottenuto da lei anche: che Forza Italia concedesse all’Avanti! un
finanziamento di 400 mila euro nel 2008, altro non era che il rimborso che Lei
mi aveva autorizzato a dare a De Gregorio nel 2007 (per fare secco Prodi),
400/500 mila euro, non ricordo (100 mila più, 100 mila meno: pinzillacchere)
per la casa di Montecarlo (qui Lavitola, commissario delle bufale, allude ai
soldi spesi per andare a Panama e rastrellare documenti che comprovassero i
maneggi edilizi dell’odiato Fini nel Principato, carne fresca per le mandibole
dei giornali berlusconiani).
“Quando mio cugino (ci mancava, il cugino)
editava il giornale dell’Italia dei Valori, Gianni Letta su Sua richiesta fece
pressione sull’Avvocato dello Stato per sbloccare il finanziamento pubblico. Mi
accusano di averle insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica, la
fonte che ha contributo a salvare Bertolaso e che ci ha coperti nell’indagine
sull’acquisto dei senatori, ha datto (doppia t, alla sarda) una mano sul serio
nelle indagini su Saccà e Cosentino e ha elliminato (doppia l, alla cinese)
alcune foto che la vedevano ritrato (una t, alla romana) assieme a Bassolino e
ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda rifiuti: sono certo che lei non
sapesse chi fossero (però intanto glielo ha ricordato).
“Non è mia intenzione rinfacciarle nulla,
ma Lei mi diede la Sua parola. (benedett’uomo, Berlusconi ne ha date talmente
tante, di parole, che oramai in tasca gli sarà rimasta solo qualche vocale).
“Si trata (vedi alla voce: ritrato) dell’escussione di un credito morale che
sono convinto di avere. Le cose fatte tra noi le ho fatte scientemente e come
tale da uomo. Lei non sarà mai coinvolto. Mai e poi mai!!! (Sottotesto: sempre
che apra il borsellino. E infatti…).
“Ho bisogno che si trovi lavoro ad alcuni
di quelli che lo hanno perso con l’Avanti! (I più deboli e meritevoli,
immagino). Si tratta di mia moglie, 3/4mila euro mese, giornalista; mia sorella,
laureata in psicopedagogia., 2/3 mila euro mese; il mio ex autista, 2 ragionere
(impiegate di colore?) , 1 giornalista (almeno uno, finalmente) . Ho poi
bisogno che si paghi una società cinese, 900 mila dollari, che mi ha fornito i
servizi necessari alla definizione del piano di sfruttamento della mia
concessione di taglio in Amazzonia (pure distruttore dell’ecosistema, dài!).
“Il clamore della vicenda giudizziaria (ma
una bella terza elementare, no?) sta determinando un comprensibile ma odioso
ostracismo nei miei confronti (meno male che se n’è accorto). Si restituiscano
a Capriotti 500 mila dollari da lui spesi a vuoto a Panama, dei quali mi
ritiene forse giustamente responsabile. Ha una sala bingo, non è difficile
pagarlo perdendo un po’ di soldi al bingo, così saprebbe come giustificarli.
(Bingo!).
“Tranne che le assunzioni, per le quali la
prego di impegnarsi al massimo, si tratterebbe di un prestito. Assieme alla
somma prima elencata (900.000 $ + 500mila$ + 5 milioni di euro), ovviamente le
restituirò anche i 225 mila euro residuo dei 500 mila affidatimi da Tarantini
(mi è venuto il mal di testa).
“Ho in programma di costituirmi a Napoli
per tentare un patteggiamento subito dopo le vacanze natalizie, se Dio vuole
che non mi catturano prima con un allarme rosso dell’Interpool (un pool di
poliziotti nerazzurri?).
“La prego di far contattare mia moglie per
farmi sapere a chi emettere le fatture dello studio di avvocati esteri e della
società cinese. E di farle sapere come procedere per le assunzioni. E’ la prima
volta che Le chiedo un aiuto, mentre io per lei non mi sono mai risparmiato. Ne
approfitto per augurarle un Natale sereno, anche se capisco che tra problemi,
famiglia e fidanzate non sarà semplice neppure per lei.
Dopo i casini devono
arrivare soddisfazioni proporzionali. Vorrà dire che ci divertiremo da morire e
molto a lungo. Senza il suo prestito mi ridurrei, Dio non voglia, alla fame.”
(Dio non voglia, ma mentre i maneggiatori di denaro pubblico si divertivano da
morire, alla fame si sono ridotti i loro inconsapevoli finanziatori: gli
italiani).
MASSIMO
GRAMELLINI
La
Stampa 29 Settembre 2012
…nel frattempo meditate
perché tra non molto andremo a votare!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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