Nei Paesi
moderni
accade questo…
accade questo…
Svizzera,
referendum storico:
stop ai
compensi d’oro
ai super manager
Il 68% dei votanti ha appoggiato l'iniziativa di Thomas Minder, piccolo
imprenditore di Sciaffusa, volta a limitare gli stipendi 'monstre' degli alti dirigenti
d'azienda. A nulla è valsa la campagna allarmista della confindustria elvetica
e della destra. Il promotore: "Sarà il miglior prodotto export della
nazione"
Tetto
agli stipendi milionari dei super manager di aziende e banche? La stragrande
maggioranza di svizzeri (il 67,9%) è favorevole. Con un referendum storico –
non solo per il suo contenuto, ma anche per il risultato – tutti e 26 i cantoni
svizzeri hanno approvato l’iniziativa, proposta da un deputato indipendente, il
piccolo imprenditore di Sciaffusa, Thomas Minder, che aveva raccolto le 100mila
firme necessarie per chiedere una votazione popolare.
La
bozza di legge riguarda solo le aziende svizzere quotate alla borsa nazionale o
in quelle straniere: limita ad un anno il mandato dei membri del consiglio
d’amministrazione, vieta alcuni tipi di compensi, compresi i bonus milionari
quando gli executive lasciano le società. Vieta inoltre i bonus in caso di
acquisizioni e vendita di parte del business. Gli svizzeri hanno deciso che
saranno gli azionisti (e non gli stessi manager) a decidere sui compensi.
A nulla è valsa la campagna allarmista
della confindustria locale, la Economiesuisse, e dei partiti di destra, secondo
cui, una volta approvata la riforma, centinaia di aziende se ne andranno all’estero
e si perderanno migliaia di posti di lavoro. La maggioranza ha votato a favore
dell’iniziativa Minder, anche detta “iniziativa contro i salari abusivi”.
Secondo l’imprenditore la sua iniziativa diventerà “il miglior prodotto export”
della Svizzera. A favorire Minder, nelle ultime settimane, anche l’appoggio
inatteso creato dalla polemica sul “caso Vasella”.
L’ex presidente della casa farmaceutica
Novartis, Daniel Vasella, ha guadagnato 15 milioni di franchi svizzeri (12
milioni di euro) nel solo 2011. E lasciando l’azienda di cui era al timone dal
1996 doveva ricevere un indennizzo di 72 milioni di franchi svizzeri (59
milioni di euro), dilazionati in sei anni purché non fosse andato a lavorare
per la concorrenza. Vasella alla fine ha rinunciato ai suoi emolumenti, ma
ormai il dibattito era esploso.
A suscitare clamore anche le somme
guadagnate da altri top manager: i 12,5 milioni di franchi svizzeri per Severin
Schwan, boss della Roche, gli 11,2 milioni (9 milioni di euro) di Paul Bulcke
della Nestlé o i 10 milioni (8 milioni di euro) di Ernst Tanner, capo del
gruppo cioccolatiero Lindt. Ma secondo Minder, che gestisce un’azienda di
famiglia di prodotti per la cura dei capelli, le enormi somme iscritte a
bilanci mostravano che le società avevano perso il controllo sulle retribuzioni.
Redazione Il
Fatto Quotidiano | 3 marzo 2013
…da noi
accade ben altro.
Di questo passo
diventeremo presto
il primo Paese
dell’Africa centrale.
Chiedendo scusa
agli Africani!!!
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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