Ecco cosa
avremmo voluto…
avremmo voluto…
Ma serve
un pastore d’anime
un pastore d’anime
Un
cardinale di Curia o un pastore d’anime? A differenza dei porporati che hanno
incoronato papa Francesco, i politici di Pd e Pdl intenti a ordire la tela del
Conclave presidenziale sembrano rifiutarsi di cogliere la richiesta di uno
strappo alle consuetudini che arriva dalla stragrande maggioranza dei
cittadini.
Da
settant’anni la prassi è di spedire sul Colle un personaggio dell’establishment
che nel corso della sua carriera abbia collezionato il minore numero di nemici
possibile. In virtù della carica, il prescelto entra in contatto col popolo e
con il tempo si trasforma da notabile elitario in padre della Patria. Ora però
si avverte l’urgenza di uno scarto, di incoronare un Presidente che sia da
subito in sintonia con la pancia e il cuore di questo Paese economicamente e
psicologicamente allo stremo.
La
scelta, prima ancora che politica, dovrebbe essere caratteriale. Il prossimo
Capo dello Stato erediterà da Napolitano, che a sua volta l’aveva ereditata da
Ciampi, l’ultima trincea istituzionale rispettata dagli italiani. L’elezione di
una personalità percepita come esponente algido della Casta sarebbe masochista,
perché romperebbe il filo esilissimo che attraverso il Quirinale tiene ancora
l’Italia collegata al Palazzo. Saltato quel filo, colerebbe a picco tutto.
Pur
di scongiurare la catastrofe, c’è chi propone di puntare su una figura
completamente estranea a quei salotti romani dove politici e grand commis si
incontrano di continuo per riconoscersi a vicenda l’appartenenza a una classe
privilegiata. Non un Forrest Gump, ma uno che nella vita si sia realizzato per
meriti propri e in ambiti diversi dalla frequentazione degli amici degli amici.
Eppure sarebbe una soluzione ingenua e troppo rischiosa. La Presidenza della
Repubblica non è un premio Nobel o un Oscar alla carriera. E’ un incarico che
richiede senso e pratica delle istituzioni.
Prendiamo
la bravissima giornalista Milena Gabanelli, che gli iscritti del movimento di
Grillo hanno incoronato nelle consultazioni sul web. Chi non si sentirebbe
rappresentato da una donna così tenace, capace e di buonsenso? Affiora però il
dubbio legittimo che possa transitare di colpo dalla sala montaggio di Report
al comando delle Forze Armate e alla presidenza del Consiglio Superiore della
Magistratura. Per quanto la classe dirigente abbia dato pessime prove di sé,
conoscere i meccanismi dell’amministrazione dello Stato rimane un requisito
necessario per un Paese che non voglia trasformarsi in un set sperimentale. In
fondo anche Francesco non è stato scelto fra le guardie svizzere, ma
all’interno del collegio cardinalizio.
La sfida è trovare un Papa che venga
idealmente dalla fine del mondo. Un uomo o una donna che, pur frequentando la
Casta per dovere di ufficio, non ne sia stato contaminato nei comportamenti e
nelle idee. Ciascun lettore gli impresti la faccia che vuole, ma il/la
Presidente che oggi serve all’Italia deve avere come primo requisito una
umanità profonda. Serve qualcuno che, pur essendo «uno di loro», sia fin dal
primo giorno «uno di noi».
Massimo
Gramellini
La
Stampa 17 Aprile 2013
…ed invece
anche questa volta
eleggeranno uno di loro.
La casta genera la casta.
Finora ho resistito
con il naso turato.
Adesso basta.
Penosi tutti…
Rappresentanti
della miseria
morale
che caratterizza
la maggioranza degli italiani.
I pochi onesti
non hanno, da tempo,
rappresentanza politica.
Saluto il PD
La sigla, Partito Distrutto,
ha finalmente, da oggi,
ragione di esistere.
Saluto Repubblica
L’articolo di Giannini di oggi
è la dimostrazione
di quanto il giornalismo
possa essere
lubrificante
naturale
della casta.
Saluto 40 anni di fiducia
mal riposta.
In fondo tradire la fiducia
è sport nazionale…
nel pubblico e nel privato.
Se dalle ceneri di oggi
nascerà un futuro
di etica, lealtà, onestà
e competenza
mi farò trovare pronto.
gba
…se volete dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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