Ennesima
lezione di civiltà…
lezione di civiltà…
Il Paese senza Scilipoten
Viste
da qui, le elezioni tedesche sono state un fenomeno paranormale. Alle sei le
urne erano chiuse, alle sei e un quarto si sapeva già chi aveva vinto, alle sei
e mezza Merkel si concedeva un colpo di vita e stiracchiava le labbra in un
sorriso, alle sette meno un quarto il suo rivale socialdemocratico riconosceva
la sconfitta e alle sette tutti andavano a cena perché si era fatta una
cert’ora.
Qualsiasi
paragone con le drammatiche veglie elettorali di casa nostra – gli exit poll
bugiardi, le famigerate «forchette», le dirette televisive spalancate sul
nulla, le vittorie contestate o millantate e la cronica, desolante assenza di
sconfitti – sarebbe persino crudele.
La
diversità germanica rifulge ancora di più il giorno dopo. Pur stravincendo,
Merkel ha mancato la maggioranza assoluta per una manciata di seggi. Eppure non
invoca premi di maggioranza o altre manipolazioni del responso elettorale e si
prepara serenamente ad aprire le porte del potere a uno dei partiti perdenti:
socialdemocratici o Verdi. I cittadini tedeschi, di destra e di sinistra,
paiono accogliere questa eventualità senza emozioni particolari.
Nessun
giornalista «moderato» grida al golpe. Nessun intellettuale «progressista»
raccoglie firme per intimare ai propri rappresentanti di non scendere a patti
con il nemico. Nessun Scilipoten eletto con l’opposizione si accinge a fondare
un partito lillipuziano per balzare in soccorso della vincitrice. Né alla
Merkel passa per l’anticamera del cervello e il risvolto del portafogli di
trasformare il Parlamento in un mercato, agevolando il passaggio nelle proprie
file dei pochi deputati che le basterebbero per governare da sola.
Nelle
prossime settimane, con la dovuta calma, i due schieramenti si incontreranno.
Ci sarà una discussione serrata sulle «cose» e si troverà un compromesso
nell’interesse del Paese. Nel frattempo il capo sconfitto della Spd avrà già
cambiato mestiere, anziché rimanere nei paraggi per fare lo sgambetto al suo
successore. E alla scadenza regolare della legislatura si tornerà al voto su
fronti contrapposti (e con due ottime candidate donne, probabilmente: la
democristiana Ursula von der Leyen e la socialdemocratica Hannelore Kraft).
La
saggezza popolare sostiene che i tedeschi amano gli italiani ma non li stimano,
mentre gli italiani stimano i tedeschi ma non li amano. Ci deve essere del
vero. Ma ieri, oltre a stimarli, li abbiamo invidiati un po’. Qualcuno dirà:
troppo facile, loro possono coalizzarsi in santa pace perché nel principale
partito del centrodestra hanno una Merkel, mica un Berlusconi, e in quello del
centrosinistra gli ex comunisti sono spariti da un pezzo, a differenza dei
presunti smacchiatori di giaguari. Anche in questa obiezione c’è del vero.
Infatti è sbagliato dire che li invidiamo un po’. Li invidiamo tantissimo.
Massimo Gramellini
La
Stampa 24 Settembre 2013
… ad un Paese
culturalmente inadeguato,
nella sua stragrande
maggioranza,
dove il popolo
non riesce a
capire
che quello che
ci circonda
è figlio del nostro essere.
Così mentre gli altri
vanno
avanti
in Italia, come sempre,
pochi
meditano
molti parlano
tutti si lamentano e
nessuno dimostra
di voler davvero
AGIRE
magari partendo
da se stesso!!!
se volete,dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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