Sommersi
dalle parole
e
dall’acqua…
dalle parole
e
dall’acqua…
Alle volte la realtà
supera la fantasia.
supera la fantasia.
“Se l’Italia si Cura, l’Italia è più Sicura” e il nuovo sito www.italiasicura.governo.it, legati all’attività delle due strutture
di missione della presidenza del Consiglio contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle
infrastrutture idriche e per il coordinamento e impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia
scolastica.
Cantieri
in parte già previsti dallo “Sblocca
Italia“. Il sottosegretario Graziano Delrio,
in conferenza stampa ha annunciato di “aver recuperato circa 2 miliardi di euro di fondi da investire nelle opere di
risanamento e che circa 200 di queste sono già partite a giugno”.
Il
piano prevede degli spot pubblicitari, un sito geo-referenziato dove con un semplice
click sulla cartina dell’Italiatutti
potranno monitorare i cantieri avviati
nella propria città, nel proprio territorio e l’esecuzione dei lavori. “Ma –
difende il progetto Erasmo D’Angelis, coordinatore della missione contro il
dissesto idrogeologico – non
è un’operazione di marketing del governo (il riferimento va alle polemiche
suscitate dal sito Passo dopo passo, altro progetto promosso dal governo a
inizio anno per coinvolgere i cittadini, ndr). Non è una semplice raccolta di selfie dal cantieri. I
lavori partono per davvero, molti altri verranno avviati nel 2015. La
comunicazione in un Paese che – conclude D’Angelis – non calcola il rischio
dell’abusivismo è importante” conclude D’Angelis.
Da
“Il Fatto Quotidiano” del 10 Ottobre 2014
Mentre ministro e coordinatore della
missione, in due parole “aiutanti ciarlatani”, imbonivano giornalisti e portaborse
sui temi sopra accennati, Genova veniva, per l’ennesima volta, inondata
esattamente allo stesso identico modo di tre anni fa.
Sulle ulteriori volte precedenti evitiamo di fare
riferimenti. Un altro ministro, anche lui aiutante ciarlatano, interrogato oggi sul perché
in tre anni nulla è stato fatto per porre rimedio al possibile ripetersi del disastro…
ha risposto che “I finanziamenti erano stati stanziati ma non sono stati
utilizzati per sopravvenute complicazioni amministrative”.
Il morto dell’alluvione di oggi, l’intervistatore
del fenomeno e italiani tutti ringraziano, satolli per le belle parole che, da
sempre, fanno dei nostri politici la categoria più prossima all’imbecillità
totale.
Il ciarlatano in testa, soddisfatto dell’inutile
voto su un tema, articolo 18, che serve solo a distrarre, ma per quanto ancora,
gli italiani… ha nel frattempo incassato 450 licenziamenti alla Thissen di
Terni ed il plauso, momentaneo, della Merkel.
Con buona pace della fantasia, ahimè, la
cosa più grave è che, nonostante tutto quello che accade in Italia… non ci sono
ne segnali di ribellione e tanto meno di opposizione come ben dice il buon
Gramellini oggi. Gba
Il partito unico
di Matteo
In Italia è rimasto un solo partito e
non è di sinistra. Si chiama ancora Pd, ma è già la versione moderna, senza
tessere né sacrestie, della Democrazia Cristiana, la balena interclassista che
tutti criticavano e però votavano. Il processo ha raggiunto il suo culmine
questa settimana con la sconfitta degli ultimi eredi del Pci sull’articolo 18.
Renzi ha celebrato il proprio trionfo con una scelta mediatica significativa:
andando a pontificare negli unici talk show che parlano all’ex popolo
berlusconiano, quelli capitanati da Porro e da Del Debbio.
Con la spregiudicatezza tipica delle
persone cresciute in un ambiente familiare sereno e quindi molto sicure di sé,
l’annunciatore fiorentino sta disintegrando i tabù che hanno paralizzato per
decenni i suoi predecessori comunisti e pidiessini. Il timore di avere nemici a
sinistra e di mettersi contro la Cgil, ma soprattutto l’imbarazzo nel chiedere
voti alla base sociale dell’incantatore di Arcore: liberi professionisti,
commercianti, piccoli imprenditori e disoccupati, che secondo l’analisi
pubblicata nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore hanno «cambiato verso» alle
elezioni europee, dirottando per la prima volta i loro consensi sul partito che
finora gli aveva procurato solo attacchi di orticaria.
La realtà è che oggi chiunque, da Passera a
Della Valle, pensi di entrare in politica per rifondare il centrodestra deve
prendere atto che al momento non esiste un bacino di voti disponibile. Renzi ha
fatto il pieno, lasciando scoperta solo la zona riservata ai piccoli borghesi
impoveriti, cioè ai lepenisti italiani magistralmente interpretati dall’altro
Matteo, il becero ma efficacissimo Salvini. Il resto è un mondo finito e
svuotato di consensi che sopravvive sui giornali per vecchi automatismi che
inducono i cronisti a interessarsi alle ultime convulsioni dei tirapiedi e dei
traditori di Berlusconi. I voti di Alfano e di Monti sono già tutti in pancia
al Pd. E quei pochi che restano a Silvio finiranno in parti uguali a Matteo uno
e Matteo due.
L’unica terra di conquista elettorale è
dunque quella che un tempo avremmo chiamato Sinistra. Sono i giovani e i
precari attratti da Grillo (fino a quando?), i pensionati, i nostalgici dello
Stato sociale e in genere gli oppositori di un sistema capitalistico che per un
processo apparentemente ingovernabile sta privilegiando le rendite,
disintegrando il ceto medio e creando sacche sempre più ampie di povertà.
Il pigliatutto di Palazzo Chigi, naturalmente,
si considera di sinistra anche lui. Anticomunista, ma di sinistra. Solo che la
sua non è la sinistra europea e statalista dei Palme e dei Mitterrand, ma
quella anglosassone e meritocratica dei Clinton e dei Blair. Per chi non vi si
riconosce rimarrebbe uno spazio persino più ampio di quello occupato dagli
emuli dilettanteschi del greco Tsipras. Manca però appunto uno Tsipras. Cioè un
leader in grado di indicare un modello sociale alternativo ma praticabile e di
perseguirlo con coerenza. Difficile possa esserlo Civati e meno che mai Bersani
e D’Alema, con il sostegno delle truppe brizzolate della Camusso. Se i grandi
vecchi non se ne vanno dal Pd, non è per fedeltà a un partito che tanto non
sarà mai più il loro, ma perché sanno che fuori di lì si condannerebbero
all’insignificanza di un Gianfranco Fini.
Nella settimana in cui comincia
ufficialmente l’era del partito unico, bisogna riconoscere che l’Antirenzi
potrà nascere solo dentro il nuovo Pd, così come i rivali dei leader
democristiani venivano prodotti in serie dalla stessa Democrazia Cristiana.
Renzi lo sa talmente bene che sta provvedendo a ucciderli tutti nella culla. Ma
con la consapevolezza che, come accade sempre in politica, prima o poi qualcuno
riuscirà a sopravvivergli e a fargli la pelle.
Massimo Gramellini
La
Stampa 10 Ottobre 2014
Se volete, dite la Vostra qui sotto!!!
gba
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