Avvicinarsi
A chi è distante
allontanarsi
da chi è vicino
sentendosi
protagonisti…
A chi è distante
allontanarsi
da chi è vicino
sentendosi
protagonisti…
Il virus subdolo
della comunicazione virtuale
Sui
giornali di oggi spopolano commenti, analisi, giudizi e considerazioni legate
agli oltre 300 “mi piace” raccolti in poche ore dal messaggio “Sei morta troia”
postato dall’assassino dopo avere ucciso a coltellate la moglie.
In
quasi tutti i commenti prevale una grande enfatizzazione della “notizia” alla
quale fa, da contraltare, una superficiale valutazione degli aspetti profondi
che un fatto come questo nasconde.
Io
voglio limitarmi a proporre qualche riflessione con l’auspicio di poter avviare
una discussione propositiva su una tale tragedia che, a mio avviso, va ben al
di là del singolo episodio.
Qualche
commentatore, anche molto quotato, ha pensato bene di cancellare l’appellativo
“troia” dal messaggio. Perché lo ha fatto possiamo immaginarlo ma la cosa che
colpisce è che nel togliere l’appellativo non si sia reso conto che ha
eliminato la principale fonte dei “mi piace”.
Nella
cultura ahimè dominante una donna che lascia il marito è una “troia” e, per
molti, lo è in assoluto in quanto donna. Che alcune centinaia di persone
abbiano quindi cliccato un “mi piace” è la logica conseguenza della cultura
dominante.
Altro
spunto molto enfatizzato nel commentare il fatto è stato la “non
responsabilità” di internet. Credo che sia ovvio che internet ed i social
network, come le parole, in quanto “strumenti di comunicazione” possono essere
usati, come ogni cosa, bene o male.
La
cosa che sfugge è che se per le “parole” è doveroso educare al loro corretto
utilizzo…la stessa cosa andrebbe fatta rispetto all’uso degli altri e oramai
molteplici strumenti di comunicazione.
Su
questo tutti tacciono anzi si fanno promotori della jungla del “pensiero”
tranciante e definitivo. Viviamo in una società dove un tweet diventa indirizzo
politico di una nazione, dove ogni possibile idiozia fa da cornice,
intercambiabile, ai profili su whatsapp o similari.
L’altro
giorno ho letto in un profilo un fantastico “Fine pena mai” ed ho provato un
moto di costernata pena per chi vive pensando che i giudizi definitivi,
sintetici ed immutabili sono indirizzo di vita unico, egoistico ma indispensabile anche se eticamente misero.
D’altronde
se con un click posso attivare o cancellare una “amicizia” è logico che il mio
pensare si riduca, spesso con un banale copia ed incolla, ad una frase fatta
figlia dell’assenza di un pensiero nato dal confronto e dalla condivisione.
Fate
caso al bar, al ristorante, alla fermata del pullman, in aereoporto, al
cinema… quante persone, anche se in compagnia, passano il tempo a chattare,
messaggiare, parlare al telefono con chi non è li…ignorando chi gli è al
fianco.
Padre
madre e due figli, in età scolare, seduti al bar consumano una abbondante colazione,
di domenica mattina, senza scambiarsi una parola al di fuori della scelta su
cosa ordinare…presi in modo estatico dai rispettivi smartphone. Ad un certo
punto il bimbo più piccolo strepita perché sul suo telefonino non c’è il gioco
che sta usando il fratello. Il padre interviene in modo repentino…provvedendo a
scaricarglielo. Chissà questi due ragazzini che rapporti riescono e riusciranno
ad avere con i loro simili?
Dividi
et impera dicevano gli antichi romani. La tecnologia sta rendendo estremamente
facile questa immutata esigenza di controllo dei sudditi e di egemonia. Potere
economico e potere politico hanno bisogno, per dominare, di una società votata
all’individualismo.
Individualisti
comunque, poco importa se onesti o disonesti, se per se stessi o per la propria
squadra, fazione, lobbie, corrente fino ad arrivare anche alla propria Onlus.
In
Italia questa “cultura” si compie, cresce e prolifica viepiù in modo marcato e
vincente utilizzando tecnologia, ipocrisia e superficialità per far si che,
anche grazie a molti giornalisti, tutto avvenga meno che il confronto e la
condivisione finalizzata al bene comune.
Pensa
a te stesso e se vuoi sentirti protagonista puoi esserlo nel virtuale. Basta un
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