martedì 9 dicembre 2014

Le parole e i fatti

Tutti sintonizzati, in pochissimi millisecondi, per condannare e dissociarsi da “Mafia Capitale”. Da Renzi all’ultimo dei portaborse, suoi o di altri, l’uso di espressioni eclatanti e purificatrici riempie da giorni i titoli dei giornali.

A questo patetico balletto di ipocrisia si unisce la grande capacità di rinnegare e ribaltare affermazioni fatte qualche settimana prima.

Ignazio Marino è passato in pochi attimi da politicamente defunto a Santo unto non solo dal Signore…ma anche da chi lo aveva sepolto.

Un paio di settimane fa su di lui si leggevano questi titoli “A Roma i Dem vogliono rispedire Marino su Marte” e questi articoli “Che la luna di miele tra il Pd e il sindaco di Roma Ignazio Marino fosse finita (ammesso che sia mai cominciata) lo si era capito da un po’. Ma ieri, nel giorno dello sciopero dei dipendenti capitolini contro quello che è il loro stesso datore di lavoro, è arrivata quasi una presa di posizione ufficiale. Emblematiche, a questo proposito, le parole del  capogruppo del Partito Democratico in Campidoglio, Francesco D’Ausilio: “Mi auguro – ha dichiarato – che lo sciopero riesca, per ritrovarci insieme con ancora più forza al tavolo delle trattative. Noi saremo al fianco dei lavoratori e delle loro preoccupazioni: non abbiamo paura della loro rabbia, siamo qui per interloquire con loro”. E su Facebook una dura presa di posizione è arrivata anche dall’eurodeputato David Sassoli, che tra l’altro alle primarie per il Campidoglio figurava tra gli sfidanti di Marino. Per lui lo sciopero contro il sindaco Pd è un “momento doloroso”, che però capita proprio perché in campagna elettorale sono state fatte troppe promesse. “Abbiamo vinto il Comune e 15 municipi su 15 – ha aggiunto – Non abbiamo alibi. Non abbiamo scusanti. Non abbiamo nemici o complotti esterni da evocare”. E ancora: “La verità è che una grande Capitale va ogni giorno consultata, non umiliata. Va resa partecipe, coinvolta, soprattutto nei momenti di difficoltà”. Insomma, i democratici a Roma cavalcano la protesta dei dipendenti e prendono le distanze dal loro stesso sindaco. Ma anche sul piano nazionale le cose non vanno meglio al chirurgo genovese: basta tornare alla chiusura della campagna elettorale dello scorso 22 maggio, quando Renzi non lo volle sul palco, o alla festa del Pd in Piazza Farnese, altra occasione in cui Marino non fu invitato”. Questo lo leggevamo a fine Ottobre.

Bene ma…magia delle magie, da qualche giorno il Sindaco Marino è diventato un personaggio da indicare come esempio di moralità all’intero pianeta al punto che il Presidente dello stesso partito democratico che lo crocifiggeva, Matteo Orfini, nominato commissario a Roma,  dichiara: “Chiameremo uno per uno gli 8 mila iscritti e se si va a votare Marino sarà candidato” “Il PD e Marino sono una cosa sola”

Queste sono le parole…i fatti ci dicono non solo che nessuno si salva da Mafia Capitale ma che quelli presi con le mani nel sacco sono l’ennesima minima campionatura di un catalogo che oramai da ben più di vent’anni qualifica e propone la “cultura” della stragrande maggioranza del popolo italiano.

Domenica sera a Report il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervistato sulle nomine dei dirigenti in regione ha pateticamente dimostrato l’assoluta mancanza di criteri diversi dal puro clientelismo per la loro scelta. Inutile dire che tra questi “nominati” vi sono personaggi inquisiti per reati fiscali da centinaia di migliaia di Euro.

Ma se i politici sono la metastasi del male italico…il virus che genera le metastasi oramai abbraccia tutte le categorie sociali…partiamo dai cassaintegrati che fanno un secondo lavoro ma di nascosto, passiamo ai vari professionisti che considerano la “fattura” un rito tribale e quindi la evitano; a coloro che offrono servizi in nero pensando che snelliscano, il fisco sicuramente; arriviamo a chi timbra per i colleghi impegnati in altre faccende, a chi parcheggia in doppia fila e picchia il vigile che emette contravvenzione, fino a quelli che buttano per terra quello che a loro non serve. 

Un paese privo di etica dove tutti si sentono autorizzati a delinquere da qualcuno che delinque di più.

Renzi da buon timoniere di tale italica maggioranza…manda un commissario a Roma e promette paliativi invece di fare, immediatamente, leggi e riforme profonde e radicali che attacchino alla radice il virus oramai quasi atavico. Le parole invece dei fatti…come sempre. gba

Per cambiare occorre una
Altra cultura
Cantiere di opinioni e di azioni
valorizzare il territorio ed i suoi abitanti
attraverso il confronto e la condivisione
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Lunedì 12 gennaio 2015 ore 21.00

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gba


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