Le parole e i fatti
Tutti sintonizzati, in pochissimi millisecondi, per condannare e dissociarsi da “Mafia Capitale”. Da Renzi all’ultimo
dei portaborse, suoi o di altri, l’uso di espressioni eclatanti e purificatrici
riempie da giorni i titoli dei giornali.
A questo patetico balletto di ipocrisia si
unisce la grande capacità di rinnegare e ribaltare affermazioni fatte qualche
settimana prima.
Ignazio Marino è passato in pochi attimi da
politicamente defunto a Santo unto non solo dal Signore…ma anche da chi lo
aveva sepolto.
Un paio di settimane fa su di lui si
leggevano questi titoli “A Roma i Dem vogliono rispedire Marino su Marte” e
questi articoli “Che la luna di miele tra il Pd e il sindaco di Roma Ignazio
Marino fosse finita (ammesso che sia mai cominciata) lo si era capito da un
po’. Ma ieri, nel giorno dello sciopero dei dipendenti capitolini contro quello
che è il loro stesso datore di lavoro, è arrivata quasi una presa di posizione
ufficiale. Emblematiche, a questo proposito, le parole del capogruppo del
Partito Democratico in Campidoglio, Francesco D’Ausilio: “Mi auguro – ha
dichiarato – che lo sciopero riesca, per ritrovarci insieme con ancora più
forza al tavolo delle trattative. Noi saremo al fianco dei lavoratori e delle
loro preoccupazioni: non abbiamo paura della loro rabbia, siamo qui per
interloquire con loro”. E su Facebook una dura presa di posizione è arrivata
anche dall’eurodeputato David Sassoli, che tra l’altro alle primarie per il Campidoglio
figurava tra gli sfidanti di Marino. Per lui lo sciopero contro il sindaco Pd è
un “momento doloroso”, che però capita proprio perché in campagna elettorale
sono state fatte troppe promesse. “Abbiamo vinto il Comune e 15 municipi su 15
– ha aggiunto – Non abbiamo alibi. Non abbiamo scusanti. Non abbiamo nemici o
complotti esterni da evocare”. E ancora: “La verità è che una grande Capitale
va ogni giorno consultata, non umiliata. Va resa partecipe, coinvolta,
soprattutto nei momenti di difficoltà”. Insomma, i democratici a Roma cavalcano
la protesta dei dipendenti e prendono le distanze dal loro stesso sindaco. Ma
anche sul piano nazionale le cose non vanno meglio al chirurgo genovese: basta
tornare alla chiusura della campagna elettorale dello scorso 22 maggio, quando
Renzi non lo volle sul palco, o alla festa del Pd in Piazza Farnese, altra
occasione in cui Marino non fu invitato”. Questo lo leggevamo a fine Ottobre.
Bene ma…magia delle magie, da qualche
giorno il Sindaco Marino è diventato un personaggio da indicare come esempio di
moralità all’intero pianeta al punto che il Presidente dello stesso partito democratico
che lo crocifiggeva, Matteo Orfini, nominato commissario a Roma, dichiara: “Chiameremo uno per uno gli 8
mila iscritti e se si va a votare Marino sarà candidato” “Il PD e Marino sono
una cosa sola”
Queste sono le parole…i fatti ci dicono non
solo che nessuno si salva da Mafia Capitale ma che quelli presi con le mani nel
sacco sono l’ennesima minima campionatura di un catalogo che oramai da ben più di vent’anni
qualifica e propone la “cultura” della stragrande maggioranza del popolo
italiano.
Domenica sera a Report il presidente della
regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervistato sulle nomine dei dirigenti in
regione ha pateticamente dimostrato l’assoluta mancanza di criteri diversi dal
puro clientelismo per la loro scelta. Inutile dire che tra questi “nominati” vi
sono personaggi inquisiti per reati fiscali da centinaia di migliaia di Euro.
Ma se i politici sono la metastasi del male
italico…il virus che genera le metastasi oramai abbraccia tutte le categorie
sociali…partiamo dai cassaintegrati che fanno un secondo lavoro ma di nascosto,
passiamo ai vari professionisti che considerano la “fattura” un rito tribale e
quindi la evitano; a coloro che offrono servizi in nero pensando che snelliscano,
il fisco sicuramente; arriviamo a chi timbra per i colleghi impegnati in altre
faccende, a chi parcheggia in doppia fila e picchia il vigile che emette
contravvenzione, fino a quelli che buttano per terra quello che a loro non
serve.
Un paese privo di etica dove tutti si sentono autorizzati a delinquere
da qualcuno che delinque di più.
Renzi da buon timoniere di tale italica
maggioranza…manda un commissario a Roma e promette paliativi invece di fare, immediatamente, leggi e riforme profonde e radicali che
attacchino alla radice il virus oramai quasi atavico. Le parole invece dei
fatti…come sempre. gba
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gba
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