Se Renzi non fosse
l'ennesimo ciarlatano
avrebbe iniziato da qui…
Cottarelli: «Con il mio piano 2000 partecipate*in meno nel 2015»
* società
nelle quali una quota di capitale sociale è di proprietà di un ente pubblico.
Il
commissario per la spending review illustra le proposte per la
razionalizzazione delle partecipate che dovrebbe trovare posto nella legge di
stabilità
Duemila partecipate in meno con risparmi di
spesa per almeno 500 milioni di euro solo nel primo anno. Milione più, milione
meno. Partecipata in più, partecipata in meno.
Sarebbe questo l’obiettivo a portata di
mano per il 2015 qualora le proposte avanzate dal commissario alla spending
review, Carlo Cottarelli, sulle partecipate fossero recepite dal legislatore e
celermente implementate dall’esecutivo. Dunque, il prossimo anno le partecipate
potrebbero scendere a 6mila. O giù di lì. Sempre se si parte da 8mila.
Già perchè a contarle bene è ancora
difficile stabilire se le partecipate in Italia siano 8mila (quelle
censite direttamente dal Mef sono 7.726) o più realisticamente 10mila come
risulta da altre banche dati: «il numero reale è incerto» e gli amministratori
spesso non rispondono ai questionari. Di qui la difficoltà di comprenderne fino
in fondo la portata e il perimetro. In ogni caso sono troppe visto che sono 8
volte di più il numero delle partecipate francesi che ammonta a mille unità.
Cifra alla quale tende il governo Renzi entro il prossimo triennio e che per il
commissario è possibile tanto da comportare un risparmio di spesa di 2-3
miliardi di euro.
Nell’illustrare la strategia di
razionalizzazione delle partecipate contenuta in 33 proposte avanzate nel
rapporto d’inizio agosto, Cottarelli ha ieri rinviato alla legge di stabilità
in cui l’intera materia dovrebbe essere affrontata in modo complessivo.
Saltato un assaggio di norme che avrebbe
dovuto inizialmente essere contenuto nel decreto Sblocca-Italia, il commissario
si è detto convinto che «sia meglio intervenire con un provvedimento
complessivo anziché con diversi provvedimenti» e ha citato quanto stabilito peraltro
nel dl Irpef, dove per la spending review si faceva esplicito
riferimento alla legge di stabilità.
Per raggiungere l’obiettivo ci si dovrebbe
però muovere con energia e a questo punto con celerità anche se, come ha tenuto
a precisare Cottarelli, «i tecnici fanno proposte, non possono decidere
nulla». Come a dire che le proposte ci sono, nelle prossime settimane
saranno resi pubblici ai fini di una maggiore trasparenza nuovi dati e nuove
statistiche, ma poi spetterà al governo e al legislatore fare il resto.
Un compito non da poco visto che il
sottobosco delle municipalizzate tocca molteplici interessi: basti pensare che
ci sono oltre 3mila partecipate con meno di sei dipendenti, che oltre 1300
società hanno un fatturato inferiore a 100mila euro e che in molti casi il
numero dei dipendenti è inferiore a quello di quanti siedono nei consigli di
amministrazione.
Tanto più che tra le 10mila municipalizzate
si nasconde un buco di perdite che nel 2012 ammontavano a 1,2 milioni ma che
l’anno prima sfioravano addirittura i 2 milioni di euro. Un costo per le
pubbliche finanze che in alcuni casi è anche maggiore se si considera che
tramite trasferimenti pubblici molte partecipate riducono drasticamente le
perdite.
Per sfoltire la giungla delle società
partecipate in vario modo e a vario titolo dal settore pubblico le armi di cui
ci si deve dotare non sono solo giuridiche, ovvero la delimitazione del raggio
d’intervento di queste società, ma anche la messa in campo di specifici
controlli oltre che di sanzioni per chi non rispetterà i nuovi criteri.
Se sui comuni sarà più semplice
intervenire, con le Regioni il rapporto è senza dubbio più delicato anche alla
luce della compatibilità delle future norme con il titolo V della costituzione.
Anche se, ha specificato il Commissario, si potrebbe giungere a un accordo
politico con le Regioni perché è anche nel loro interesse avere una maggiore
efficienza.
Sul trasporto pubblico locale, che
rappresenta un caso a sè, Cottarelli non ha dubbi occorre colpire sul lato dei
costi ma anche su quello dei ricavi con un rialzo di abbonamenti a bus e metro.
Raffaella Cascioli “Europa” 2
Settembre 2014
…e invece…
In data 2 novembre 2014 leggiamo dalle
agenzie di stampa: Gli scatoloni fatti in fretta. Mister Forbici, Carlo
Cottarelli, da ieri è l'ex commissario alla spending review. È già volato a Washington
dove domani prende nuovamente servizio al Fondo monetario internazionale. Il
suo incarico a Roma è durato un anno, nel quale il processo di revisione
selettiva della spesa pubblica ha certamente avuto un impulso. «Il lavoro non è
ancora terminato - ha però ammonito recentemente - Esistono grossi ostacoli e
resistenze». Il bilancio di un anno (dovevano essere tre, per quanto due
fossero da confermare) non è facile. Lui stesso ha calcolato che i principali
interventi valgono tra gli 8 e i 14 miliardi, un valore comunque inferiore a
quanto programmato inizialmente: 18 miliardi per il 2015. «Ma il saldo finale
dipenderà dai controlli ex post sui risparmi ottenuti dagli enti locali», ha
spiegato. Il processo di revisione è infatti solo avviato e ovviamente risente
dei tempi della politica e dei cambi di governo. Il commissario ha presentato
delle proposte ma la decisione spetta sempre a esecutivo e Parlamento.
In compenso…
…in questi giorni leggiamo che gli ultimissimi
dati sulle partecipate non solo confermano che sono più di 10.000 ma che ben
1800 hanno consigli direttivi nominati e composti da un numero variabile di
persone senza avere dipendenti.
I vari nominati, presidenti, direttori,
vice e quant’altro sono nella quasi totalità politici non rieletti, ex
funzionari , portaborse e sciacquini vari trombati a vario titolo che hanno l’unica
funzione, come quasi tutte le partecipate, di garantire voti e clientele
politiche a tutti o quasi i partiti.
…ed intanto il
presidente del consiglio si indigna
e minaccia l’arrivo della troika!!!
MAGARI ARRIVASSE
DAVVERO E FACESSE
TABULA RASA!!!
TABULA RASA!!!
Gba
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