IncalzaTi
dai Lupi
e non solo
dai Lupi
e non solo
Sulla patetica auto difesa in Parlamento del Ministro Lupi e sul colpevole silenzio del ciarlatano Renzi
credo che non valga la pena di spendere parola. I soliti buffoni hanno replicato,
per l’ennesima volta, la medesima sceneggiata.
Vi racconto invece due
notizie passate in secondo ordine per ovvii motivi visto che la dicono lunga su
cosa c’è al di là dei Lupi e degli Incalza.
Prima notizia estratta dal
seguente articolo:
Agenzia delle Entrate nel caos
Illegittime le nomine
di 800 dirigenti
La
Consulta mette in mora due funzionari su tre: bocciata la pratica dei contratti
temporanei per i responsabili
Un
terremoto colpisce l’Agenzia delle Entrate, la struttura pubblica incaricata
dell’accertamento delle imposte. La Consulta, con una sentenza scaturita dai
ricorsi della Dirpubblica, il sindacato dei funzionari e dirigenti pubblici, e
depositata ieri, ha infatti sancito l’illegittimità costituzionale delle nomine
di quasi due terzi dei suoi dirigenti (800 su 1.100), che di fatto decadono,
lasciando sguarnito il vertice dell’Agenzia.
A cadere sotto
la scure della Corte Costituzionale sono le norme di legge che nel 2012, 13 e
14 hanno prima “sanato” la pratica dell’Agenzia di promuovere a dirigenti
i suoi stessi funzionari con contratti a termine anche senza concorso, e poi
consentito la prosecuzione di questa pratica. Del tutto illegittima, secondo la
Consulta, perché «aggira la regola costituzionale di accesso ai pubblici uffici
mediante concorso», consentendo a funzionari privi della relativa qualifica di
accedere, sempre senza concorso, a un «ruolo» diverso nell’ambito della propria
amministrazione.
L’Agenzia e il
governo si sono sempre difese dalle accuse sostenendo che il sistema di
promuovere i funzionari nei posti dirigenziali vacanti era l’unico in
grado di far marciare l’agenzia. Anche perché i concorsi per l’assunzione dei
dirigenti sono sempre stati prima bloccati dai Tar e poi annullati per
iniziativa degli stessi sindacati della Dirpubblica che si opponevano al
passaggio di carriera dei funzionari. Di fatto, dal 2001 a oggi, di tutti i
concorsi per un posto da dirigente non se ne è concluso uno. Le conseguenze
della sentenza sono difficili da valutare. Qualcuno adombra anche la
possibilità che siano da ritenere nulli tutti gli atti firmati dai dirigenti
“illegittimi” (quelli di accertamento, comunque, sono firmati da funzionari),
anche se la giurisprudenza amministrativa tende a escludere questa possibilità.
Resta in ogni caso un grosso problema di gestione da risolvere. Per i dirigenti
“illegittimi” può scattare la “reggenza”, ma prima deve essere aperto il bando
di concorso.
Mario Sensini
Corriere della Sera
18 Marzo 2015
Seconda notizia tratta dal
seguente articolo:
Sicilia, i vitalizi passano di padre in figlio. Ex onorevoli più
costosi di quelli in carica
Costi
della politica
In
117 casi gli assegni della Regione sono passati ai congiunti degli ex deputati
defunti. Tra questi, la moglie di Elios Costa, eletto nel 1947 e non rinnovato
nel 51. Oppure Franco Bisignano, primo dei non eletti nel 1976: all'Ars non ha
mai messo piede, ma dopo una battaglia legale durata 15 anni si è visto
riconoscere la titolarità del seggio. Il suo assegno è percepito dalla moglie.
In tutto gli ex deputati costano 17 milioni l'anno, uno in più di quelli in
attività
L’avvocato
trapanese Elios Costa fu eletto all’Assemblea Regionale Siciliana con 14mila
voti. Era il 1947, il presidente del consiglio si chiamava Alcide De
Gasperi, George Marshall non aveva ancora presentato al mondo il suo
celebre piano di aiuti economici per l’Europa, e quella era la prima
legislatura del parlamento siciliano in epoca repubblicana. Costa rimase
all’Ars solo tre anni, non venne rieletto nel 1951, e a Palazzo dei
Normanni non mise più piede. Forse non avrebbe mai immaginato che quei tre anni
da deputato regionale avrebbero fruttato più di duemila euro al mese
di vitalizio: assegno che dopo la morte di Costa, viene percepito dalla moglie.
Solo uno dei 117
casi in cui il vitalizio dell’Ars viene erogato a coniugi o figli di ex
deputati grazie alla reversibilità: in totale costano 522mila euro al
mese, 6 milioni e duecentomila euro l’anno. Tutto secondo legge, dato che
gli ex deputati dell’Ars hanno diritto al vitalizio anche se sono stati in
carica per pochi mesi (a patto di riscattare il resto degli anni fino a
completare una legislatura intera), e dopo la morte hanno la possibilità di
girare l’assegno ai coniugi o ai figli, a patto che questi ultimi siano “in
stato di bisogno”.
Capita così
che per quei pochi anni trascorsi all’Ars da Costa nel dopoguerra, Palazzo dei
Normanni debba riconoscere ogni mese il vitalizio alla moglie, anche ora che
dall’elezione dell’avvocato trapanese sono trascorsi quasi settant’anni.
Lo stesso assegno arriva ogni mese alle vedove di Michele Semeraro, eletto
nel Blocco del Popolo, e di Francesco Lanza di Scalea, che a Palazzo dei
Normanni entrò invece sotto le bandiere del Blocco liberarale democratico
qualunquista: dopo solitre anni da deputati, si sono assicurati un assegno
mensile quasi perpetuo. Si dovrà accontentare di appena mille euro invece Anna
Rosa Baglione, rimasta da poco vedova di Franco Bisignano, che all’Ars
neanche ci mise mai piede. Si candidò nel 1976 con ilMovimento
Sociale Italiano, fu il primo dei non eletti e rimase fuori dal Parlamento
Regionale. Bisignano però, come racconta l’edizione palermitana di Repubblica,
non si arrese: iniziò a farsi chiamare “onorevole” (anche se era soltanto
sindaco del minuscolo comune di Furnari, nel messinese) e cominciò una guerra a
colpi di carta bollata contro Antonino Fede, eletto al suo posto, ma
non residente in Sicilia.
Alla fine nel
1996 il tribunale gli dà ragione: solo che la legislatura si è conclusa da
“appena” 15 anni. Poco male però: a Bisignano viene concessa comunque la
liquidazione e il vitalizio, che adesso passa alla vedova. L’agricoltore Carmelo
Antoci, reduce della guerra d’Africa, trascorse all’Ars le prime due
legislature, dal 1947 al 1955: da 36 anni, e cioè dal 1978 data della morte
dell’ex onorevole, il vitalizio arriva puntuale ogni mese alla sorella.
Dopo anni di segretezza dovuti a non meglio specificati motivi di privacy,
l’Ars ha deciso di pubblicare on line i dati relativi ai vitalizi erogati. Si scopre così che i deputati ancora in vita che percepiscono
un assegno da Palazzo dei Normanni sono 180 costano 902milaeuro
al mese, quasi undici milioni l’anno. In pratica tra assegni di reversibilità e
vitalizi diretti, gli ex parlamentari siciliani costano ogni anno più di quelli
in carica, che invece, dopo la spending review imposta dal governo
Monti, pesano sul bilancio di Palazzo dei Normanni per “appena” sedici milioni
l’anno. Fino al 2011, tra l’altro, il vitalizio erogato dall’Ars era
cumulabile con altre pensioni, o vitalizi legati ad altre cariche elettive.
È il caso di Calogero
Mannino, l’ex ministro democristiano attualmente imputato nel processo sulla
Trattativa Stato – mafia, che percepisce in totale diecimila e cinquecento
euro al mese dalla Camera dei deputati e dall’Assemblea regionale
siciliana. Arriva ai tredicimila euro tondi, invece, il bonifico mensile sul
conto di Emanuele Macaluso, il leader dei miglioristi del Pci, ex
senatore ed ex deputato regionale. È stato cancellato dalle liste del Pd perché
considerato “impresentabile”, invece, Mirello Crisafulli: ciononostante
arriva a guadagnare quasi settemila euro al mese dopo gli anni trascorsi tra
Palazzo dei Normanni e Palazzo Madama.
Non incassa il
doppio vitalizio Salvatore Caltagirone di Alleanza Nazionale: secondo il
sito dell’Ars, a palazzo dei Normanni trascorse solo quattro mesi, uno scampolo
finale della dodicesima legislatura. Quanto basta per intascare tremila
euro al mese di vitalizio.
Il Fatto Quotidiano
14 febbraio 2015
Bene la domanda a questo
punto è una sola, al di là del Papa e del cardinale Bagnasco che oggi ha
dichiarato «Il
popolo degli onesti deve assolutamente reagire senza deprimersi, continuando a
fare con onestà e competenza il proprio lavoro ma anche protestando nei modi
corretti contro questo 'malesempio' che sembra essere un regime», dove
sono i politici e gli italiani onesti?
E’ troppo difficile pensare
di mobilitare il paese su una iniziativa che punti alla approvazione immediata
di un decreto legge che preveda:
1) Limite temporale di massimo dieci anni a qualsivoglia mandato
politico o dirigenziale in struttura pubbliche.
2) Abolizione immediata di qualsivoglia privilegio economico e non
per politici e dirigenti pubblici con rigorosa applicazione di tetti
remunerativi omogenei e ragionevoli.
3) Inasprimento delle pene per tutti i reati finalizzati al
depauperamento delle risorse pubbliche per il perseguimento di interessi
privati.
Ma gli italiani onesti
potranno mai mobilitarsi in modo compatto su poche e qualificate cose partorite
dal buon senso? Gba
Per
cambiare occorre una
Altra Cultura
Cantiere di opinioni
e di azioni
valorizzare il territorio ed i suoi
abitanti attraverso il confronto e la condivisione
per esprimere
al meglio il meglio
Ci troviamo al
TREFF
via San Carlo 1 Giaveno(TO)
Lunedì 13 Aprile 2015 ore 20.30
Faremo il punto sul progetto
“Legami”
Territorio Arti Culture
Gli incontri sono aperti a
tutti
e se vorrai portare un libro da
scambiare
aiuterai la cultura a viaggiare
Se volete,dite la Vostra
qui sotto!!!
gba
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