mercoledì 18 marzo 2015

IncalzaTi
dai Lupi
e non solo

Sulla patetica auto difesa in Parlamento del Ministro Lupi e sul colpevole silenzio del ciarlatano Renzi credo che non valga la pena di spendere parola. I soliti buffoni hanno replicato, per l’ennesima volta, la medesima sceneggiata.  

Vi racconto invece due notizie passate in secondo ordine per ovvii motivi visto che la dicono lunga su cosa c’è al di là dei Lupi e degli Incalza.

Prima notizia estratta dal seguente articolo:

Agenzia delle Entrate nel caos
Illegittime le nomine
di 800 dirigenti

La Consulta mette in mora due funzionari su tre: bocciata la pratica dei contratti temporanei per i responsabili


Un terremoto colpisce l’Agenzia delle Entrate, la struttura pubblica incaricata dell’accertamento delle imposte. La Consulta, con una sentenza scaturita dai ricorsi della Dirpubblica, il sindacato dei funzionari e dirigenti pubblici, e depositata ieri, ha infatti sancito l’illegittimità costituzionale delle nomine di quasi due terzi dei suoi dirigenti (800 su 1.100), che di fatto decadono, lasciando sguarnito il vertice dell’Agenzia.

A cadere sotto la scure della Corte Costituzionale sono le norme di legge che nel 2012, 13 e 14 hanno prima “sanato” la pratica dell’Agenzia di promuovere a dirigenti i suoi stessi funzionari con contratti a termine anche senza concorso, e poi consentito la prosecuzione di questa pratica. Del tutto illegittima, secondo la Consulta, perché «aggira la regola costituzionale di accesso ai pubblici uffici mediante concorso», consentendo a funzionari privi della relativa qualifica di accedere, sempre senza concorso, a un «ruolo» diverso nell’ambito della propria amministrazione.

L’Agenzia e il governo si sono sempre difese dalle accuse sostenendo che il sistema di promuovere i funzionari nei posti dirigenziali vacanti era l’unico in grado di far marciare l’agenzia. Anche perché i concorsi per l’assunzione dei dirigenti sono sempre stati prima bloccati dai Tar e poi annullati per iniziativa degli stessi sindacati della Dirpubblica che si opponevano al passaggio di carriera dei funzionari. Di fatto, dal 2001 a oggi, di tutti i concorsi per un posto da dirigente non se ne è concluso uno. Le conseguenze della sentenza sono difficili da valutare. Qualcuno adombra anche la possibilità che siano da ritenere nulli tutti gli atti firmati dai dirigenti “illegittimi” (quelli di accertamento, comunque, sono firmati da funzionari), anche se la giurisprudenza amministrativa tende a escludere questa possibilità. Resta in ogni caso un grosso problema di gestione da risolvere. Per i dirigenti “illegittimi” può scattare la “reggenza”, ma prima deve essere aperto il bando di concorso.

Mario Sensini 
Corriere della Sera
18 Marzo 2015

Seconda notizia tratta dal seguente articolo:

Sicilia, i vitalizi passano di padre in figlio. Ex onorevoli più costosi di quelli in carica

Costi della politica
In 117 casi gli assegni della Regione sono passati ai congiunti degli ex deputati defunti. Tra questi, la moglie di Elios Costa, eletto nel 1947 e non rinnovato nel 51. Oppure Franco Bisignano, primo dei non eletti nel 1976: all'Ars non ha mai messo piede, ma dopo una battaglia legale durata 15 anni si è visto riconoscere la titolarità del seggio. Il suo assegno è percepito dalla moglie. In tutto gli ex deputati costano 17 milioni l'anno, uno in più di quelli in attività

L’avvocato trapanese Elios Costa fu eletto all’Assemblea Regionale Siciliana con 14mila voti. Era il 1947, il presidente del consiglio si chiamava Alcide De Gasperi, George Marshall non aveva ancora presentato al mondo il suo celebre piano di aiuti economici per l’Europa, e quella era la prima legislatura del parlamento siciliano in epoca repubblicana. Costa rimase all’Ars solo tre anni, non venne rieletto nel 1951, e a Palazzo dei Normanni non mise più piede. Forse non avrebbe mai immaginato che quei tre anni da deputato regionale avrebbero fruttato più di duemila euro al mese di vitalizio: assegno che dopo la morte di Costa, viene percepito dalla moglie.

Solo uno dei 117 casi in cui il vitalizio dell’Ars viene erogato a coniugi o figli di ex deputati grazie alla reversibilità: in totale costano 522mila euro al mese, 6 milioni e duecentomila euro l’anno. Tutto secondo legge, dato che gli ex deputati dell’Ars hanno diritto al vitalizio anche se sono stati in carica per pochi mesi (a patto di riscattare il resto degli anni fino a completare una legislatura intera), e dopo la morte hanno la possibilità di girare l’assegno ai coniugi o ai figli, a patto che questi ultimi siano “in stato di bisogno”.

Capita così che per quei pochi anni trascorsi all’Ars da Costa nel dopoguerra, Palazzo dei Normanni debba riconoscere ogni mese il vitalizio alla moglie, anche ora che dall’elezione dell’avvocato trapanese sono trascorsi quasi settant’anni. Lo stesso assegno arriva ogni mese alle vedove di Michele Semeraro, eletto nel Blocco del Popolo, e di Francesco Lanza di Scalea, che a Palazzo dei Normanni entrò invece sotto le bandiere del Blocco liberarale democratico qualunquista: dopo solitre anni da deputati, si sono assicurati un assegno mensile quasi perpetuo. Si dovrà accontentare di appena mille euro invece Anna Rosa Baglione, rimasta da poco vedova di Franco Bisignano, che all’Ars neanche ci mise mai piede. Si candidò nel 1976 con ilMovimento Sociale Italiano, fu il primo dei non eletti e rimase fuori dal Parlamento Regionale. Bisignano però, come racconta l’edizione palermitana di Repubblica, non si arrese: iniziò a farsi chiamare “onorevole” (anche se era soltanto sindaco del minuscolo comune di Furnari, nel messinese) e cominciò una guerra a colpi di carta bollata contro Antonino Fede, eletto al suo posto, ma non residente in Sicilia.

Alla fine nel 1996 il tribunale gli dà ragione: solo che la legislatura si è conclusa da “appena” 15 anni. Poco male però: a Bisignano viene concessa comunque la liquidazione e il vitalizio, che adesso passa alla vedova. L’agricoltore Carmelo Antoci, reduce della guerra d’Africa, trascorse all’Ars le prime due legislature, dal 1947 al 1955: da 36 anni, e cioè dal 1978 data della morte dell’ex onorevole, il vitalizio arriva puntuale ogni mese alla sorella. Dopo anni di segretezza dovuti a non meglio specificati motivi di privacy, l’Ars ha deciso di pubblicare on line i dati relativi ai vitalizi erogati. Si scopre così che i deputati ancora in vita che percepiscono un assegno da Palazzo dei Normanni sono 180 costano 902milaeuro al mese, quasi undici milioni l’anno. In pratica tra assegni di reversibilità e vitalizi diretti, gli ex parlamentari siciliani costano ogni anno più di quelli in carica, che invece, dopo la spending review imposta dal governo Monti, pesano sul bilancio di Palazzo dei Normanni per “appena” sedici milioni l’anno. Fino al 2011, tra l’altro, il vitalizio erogato dall’Ars era cumulabile con altre pensioni, o vitalizi legati ad altre cariche elettive.

È il caso di Calogero Mannino, l’ex ministro democristiano attualmente imputato nel processo sulla Trattativa Stato – mafia, che percepisce in totale diecimila e cinquecento euro al mese dalla Camera dei deputati e dall’Assemblea regionale siciliana. Arriva ai tredicimila euro tondi, invece, il bonifico mensile sul conto di Emanuele Macaluso, il leader dei miglioristi del Pci, ex senatore ed ex deputato regionale. È stato cancellato dalle liste del Pd perché considerato “impresentabile”, invece, Mirello Crisafulli: ciononostante arriva a guadagnare quasi settemila euro al mese dopo gli anni trascorsi tra Palazzo dei Normanni e Palazzo Madama.

Non incassa il doppio vitalizio Salvatore Caltagirone di Alleanza Nazionale: secondo il sito dell’Ars, a palazzo dei Normanni trascorse solo quattro mesi, uno scampolo finale della dodicesima legislatura. Quanto basta per intascare tremila euro al mese di vitalizio.

Il Fatto Quotidiano
14 febbraio 2015

Bene la domanda a questo punto è una sola, al di là del Papa e del cardinale Bagnasco che oggi ha dichiarato «Il popolo degli onesti deve assolutamente reagire senza deprimersi, continuando a fare con onestà e competenza il proprio lavoro ma anche protestando nei modi corretti contro questo 'malesempio' che sembra essere un regime», dove sono i politici e gli italiani onesti?

E’ troppo difficile pensare di mobilitare il paese su una iniziativa che punti alla approvazione immediata di un decreto legge che preveda:

1)  Limite temporale di massimo dieci anni a qualsivoglia mandato politico o dirigenziale in struttura pubbliche.
2)  Abolizione immediata di qualsivoglia privilegio economico e non per politici e dirigenti pubblici con rigorosa applicazione di tetti remunerativi omogenei e ragionevoli.
3)  Inasprimento delle pene per tutti i reati finalizzati al depauperamento delle risorse pubbliche per il perseguimento di interessi privati.

Ma gli italiani onesti potranno mai mobilitarsi in modo compatto su poche e qualificate cose partorite dal buon senso? Gba

Per cambiare occorre una

Altra Cultura

Cantiere di opinioni
e di azioni

valorizzare il territorio ed i suoi abitanti attraverso il confronto e la condivisione

per esprimere
al meglio il meglio

Ci troviamo al
TREFF
via San Carlo 1 Giaveno(TO)



Lunedì 13 Aprile 2015 ore 20.30

Faremo il punto sul progetto
“Legami”
Territorio Arti Culture

Gli incontri sono aperti a tutti
e se vorrai portare un libro da scambiare
aiuterai la cultura a viaggiare

Se volete,dite la Vostra
qui sotto!!!

gba

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