Una lezione
di vita
di vita
sulla soglia
della morte
L’ultimo respiro
di bellezza prima di morire
di bellezza prima di morire
Dovendo esprimere il suo ultimo desiderio, una donna olandese, malata terminale, ha
chiesto di essere portata al Rijksmuseum di Amsterdam. La ragione? Vedere
ancora una volta i quadri di Rembrandt.
C’è
qualcosa di inattuale, forse, in un ultimo desiderio tanto piccolo e dimesso.
Quando, anche per gioco, buttiamo giù la lista di ciò che vorremmo fare prima
di morire – come Jack Nicholson e Morgan Freeman in un film di qualche anno fa,
«Non è mai troppo tardi» – tendiamo a esagerare: imprese spericolate, desideri
sopra le righe, sollazzi nel lusso. La signora di Amsterdam, invece, ha scelto
una cosa da niente, che non ha bisogno di paracadute, di portafoglio, di
azzardo. Bastano gli occhi, e una certa attitudine per la bellezza.
Di
più: una certa confidenza con la bellezza. L’episodio sembra la versione dal
vero di una storia raccontata da Proust nella sua sterminata Recherche. Un
vecchio scrittore, Bergotte, si accorge che sta per morire. Prima di lasciare
il mondo, vuole tornare davanti a un quadro di Vermeer, la «Veduta di Delft».
Riavere davanti agli occhi per qualche istante quel «piccolo lembo di muro
giallo» dipinto così bene, scrive Proust, da sembrare una preziosa opera d’arte
cinese, «di una bellezza che sarebbe bastata a sé stessa».
Poi
Bergotte muore: «Morto per sempre? Chi può dirlo?» aggiunge Proust. E si
avventura in una riflessione sull’arte che coglie e fissa l’«eterno segreto di
ognuno», che sottrae – forse – un po’ di potere alla morte. Nella scelta della
signora di Amsterdam c’è una verità che dimentichiamo ogni giorno, antica come
questo pianeta: da qui, non porteremo via niente. Non una valigia, non un
ruolo, non il conto depositato nel frattempo in Svizzera. Non c’è «quantitative
easing» che migliori i nostri conti con la morte. O forse sì, e ha a che vedere
con la bellezza. Con tutto ciò che di bello abbiamo visto, ascoltato, studiato,
capito, sentito.
La
bellezza non ha salvato né salverà il mondo, e la signora di Amsterdam lo sa.
Non salverà nemmeno lei. Tanto vale, allora, metterla in salvo noi. Correre a
vedere di nuovo Rembrandt, riascoltare questa musica, questa canzone, rileggere
questo libro, ancora un po’. Ancora un po’ di bellezza.
Paolo Di Paolo
La Stampa 6 Marzo 2015
La Stampa 6 Marzo 2015
Ebbene
si. Una lezione di vita, del bello della vita che parte dal nostro essere più
profondo e riesce ad esprimersi sempre più raramente e quando lo fa ci richiama
alle “occasioni perse” magari un attimo prima di morire.
Il
valore del “bello” non perché lo stabiliscono altri ma perché lo sentiamo
dentro di noi, perché nasce da una emozione “nostra” che ci potrebbe indurre al
“meglio” ed a condividere il nostro “meglio”, quello che ci sentiamo di essere
e non quello che gli altri ci inducono a fare.
Questo
accade sempre meno. Corriamo, facciamo, ci arrabbiamo considerandoci estranei rispetto a quello che accade intorno, senza pensare che spesso, facendo così, peggioriamo la vita nostra e quella altrui.
Ci spingono a questo i cattivi esempi che ci circondano e che ci inducono ad
adeguarci. Più guardiamo gli esempi di chi ha il “potere”, non importa quale, e
più facciamo parte del gioco di chi vuole farci correre in nome di un
individualismo sfrenato che possiamo esprimere con il nostro apparire ma, ahimè,
non con il nostro essere.
Vittime
ed artefici nello stesso momento, spesso senza rendercene conto. Sempre meno decidiamo, durante il
nostro vivere, di fermarci per leggere due pagine di un libro, per guardare un quadro, un albero, un fiore, il
nostro vicino negli occhi, magari con un sorriso, condividendo le “nostre”
emozioni che sono la chiave per rendere bella la Vita.
Condividere
per impedire all’individualismo di imperare e distruggere. Distrugge biecamente
l’Isis ma non ha l’esclusiva, se non per la forma aberrante attraverso la quale si esprime.Non a caso questi folli distruggono si la vita ma anche la cultura. gba
Per
cambiare occorre una
Altra Cultura
Cantiere di opinioni
e di azioni
valorizzare il territorio ed i suoi
abitanti attraverso il confronto e la condivisione
per esprimere
al meglio il meglio
Ci troviamo al
TREFF
via San Carlo 1 Giaveno(TO)
Lunedì 13 Aprile 2015 ore 20.30
Faremo il punto
sul progetto
“Legami”
Territorio Arti Culture
Gli incontri sono aperti a
tutti
e se vorrai portare un libro da
scambiare
aiuterai la cultura a viaggiare
Se volete, dite la Vostra
qui sotto!!!
gba
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