La pillola di oggi
Metterci
la faccia
Sul lungomare di Genova,
all’altezza della Lanterna, tute e divise si fronteggiano da ore in cagnesco.
Gli operai dell’Ilva vogliono raggiungere la prefettura, i poliziotti hanno
l’ordine di impedirglielo. Volti contratti, camionette schierate, agenti vestiti
da robocop. In questi casi si dice che un gesto sbagliato farebbe precipitare
la situazione. Non si pensa nemmeno che possa esisterne uno giusto. Invece quel
gesto c’è e lo compie la vicequestore Canessa. Si sfila il casco, mettendoci la
faccia. La faccia spavalda di una donna, unica in mezzo a tanti uomini.
L’effetto è contagioso. I
colleghi maschi si tolgono le maschere e l’operaio più vicino tende una mano,
che lei subito gli stringe. Parlano di figli e di bollette da pagare. La
tensione si scioglie e, per una di quelle superiori armonie che troviamo più
comodo derubricare a coincidenze, un attimo dopo arriva la notizia che il
governo ha accettato di mediare il conflitto sindacale e che il corteo potrà
sfilare fino alla prefettura.
Un gesto d’impulso ha
violato il regolamento di polizia ma ha cambiato le regole del gioco, rompendo
lo schema scontato della contrapposizione per inserire una variabile intuitiva.
È emblematico che sia successo a Genova, la città del G8. Sorprende meno che a
compierlo sia stata una donna.
La Stampa 26
Gennaio 2016
Massimo
Gramellini
Posso dire che il clamore
suscitato da questo gesto è il sintomo più evidente di quanto l’Italia sia “culturalmente
inadeguata”. In Italia usare il buon senso e metterci la faccia è una rarissima
eccezione al punto che, quando accade, ne deriva il
conseguente ovvio clamore.
D’altronde noi siamo
abituati a ben altro vivere. Due esempi illuminanti. Il primo: sulla
evacuazione di Roma Termini causa papà con fucile giocattolo rintracciato nella
casa di Anagni solo a sera il ministro dell’interno Angelino Alfano ha
dichiarato: «A Termini abbiamo avuto una prova di allerta molto
significativa: il meccanismo ha funzionato e in pochi minuti si è individuato
il soggetto».
Il secondo: mentre in Italia
si sta cercando di capire chi ha ordinato di coprire le statue durante la
visita di Rohani, nessuno era al corrente…come per il famoso funerale romano
del boss mafioso, e forse sapremo chi è il fenomeno dopo la nomina e qualche
anno di lavoro di una apposita commissione di inchiesta…in Francia, dove oggi è
in visita il medesimo e quanto meno discutibile primo ministro Iraniano, preso
atto che il soggetto non gradiva che durante il pranzo in suo onore si servissero
bevande alcooliche…il pranzo…udite udite… è stato annullato.
Bene quando in Italia saremo
capaci di spiegare ai visitatori, di qualsivoglia etnia e religione, il valore storico
ed artistico di statue, monumenti, e quant’altro; quando manderemo a casa,
immediatamente, ministri, dirigenti e non solo… manifestamente ottusi e considereremo
la norma usare il buon senso mettendoci la faccia sempre… saremo un Paese “culturalmente
adeguato” e “competitivo”…al di la delle favole sul tema pateticamente raccontate
da Renzi ed accoliti. Quando? Gba
Per
cambiare occorre una
Altra Cultura
Cantiere di opinioni
e di azioni
valorizzare il territorio ed i suoi
abitanti attraverso il confronto e la condivisione
per esprimere al meglio il meglio
“Un uomo chiamato a fare lo spazzino
dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven
componeva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazzare le strade così
bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero per
dire che qui ha vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro.”
Martin Luther King
Il Cantiere
di Opinioni e di Azioni
si ritroverà il
1 Febbraio 2016
alle ore 21.00 al
TREFF
Via San Carlo 1
Giaveno (TO)
Siete tutti invitati
a partecipare
e a dire
la Vostra qui sotto!!!
Gba
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