mercoledì 16 marzo 2016

La pillola di oggi

Povero Silvio

Il titolo di questa pillola è stato, alcuni anni fa, il simpatico intercalare di un comico, Antonio Cornacchione, che ironizzava sui nemici dell’allora presidente del consiglio.

Oggi il buon Gramellini, leggete sotto, nel farmi venire in mente quel personaggio di Zelig mi ha anche dato conforto sul fatto che oramai tutti, ma proprio tutti, dovrebbero finalmente aver capito cosa è successo qualche mese prima dell’avvento del figlio non naturale ma assolutamente similare del povero Silvio: Matteo Renzi.

Disegno diabolico ma logico, trovare un clone di Silvio e spingerlo a governare, senza essere eletto cambiando la natura del principale partito che, a parole ma non nei fatti, aveva tentato di contrastare lo strapotere del berlusconismo imperante.

Le tappe, evito di ricordarvele, sono state diverse e su più versanti, tutte portate a termine con cinismo e senza che attorno succedesse null’altro di rilevante e significativo.

Il partito democratico ha progressivamente cambiato natura in perfetta sintonia con la progressiva abdicazione del Silvio nazionale che, per età e non solo, ha capito che traslocare parte di forza italia nel PD e mandare in libera uscita tutti era il male minore.

Siamo alla fine di questo processo che vede Renzi operare in un quadro dove:

1)  Silvio fa ancora di tutto per aiutarlo a completare la transumanza elettorale da forza italia al partito ex democratico proponendo candidati degni di una bocciofila in procinto di chiudere (Bertolaso a Roma, Osvaldo Napoli a Torino etc.)
2)  Parte del PD pateticamente si agita cercando invano le bombole di ossigeno e avvalendosi di personaggi antichi resisi oramai ridicoli.
3) Matteo Salvini cavalca, sull’onda del vento della destra più bieca, gli umori peggiori di chi è, molto spesso, in condizioni di reale indigenza e impaurito.
4) Il Movimento cinque stelle riesce ad affossare le possibili e sempre più rare stelle vittima di due personaggi, Casaleggio e Grillo, che come sono stati fondamentali nel concepimento altrettanto lo sono nell’affossamento del movimento stesso.

Nel frattempo gli onesti dotati di buon senso o fuggono o vivono, non si sa ancora per quanto, con il naso turato. Povero Silvio e Povera Italia. Gba

Meloni amari

La cattiveria delle donne. Silvio ha fatto davvero qualsiasi cosa per loro. Le ha create da una costola di Adamo e più di recente le ha riempite di alimenti, regali e ministeri, a seconda che fossero ex mogli, addette al reparto svaghi o fascio-conservatrici con la passione dei salotti televisivi. E adesso che per una volta aveva bisogno lui di un piacere - perdere le elezioni di Roma per fare contento Renzi e ottenere in cambio il suo appoggio nella creazione del mega-polo televisivo col francese Bolloré - una di quelle ingrate lo ricompensa a calci sui denti. E sì che ancora ieri mattina Silvio, la cui immagine di donna moderna è ferma alla casalinga che sorrideva sulle confezioni del dado Knorr, ha pregato Giorgia Meloni di non candidarsi a sindaca della Capitale per restare in casa a fare la mamma. Era anche disposto a farle un regalo di classe dei suoi, tipo un passeggino in marmo di Carrara o un biberon a forma di coniglietta di Playboy trapuntato di brillanti. Ma la Meloni niente: dopo avere detto prima «no» e poi «forse» alle profferte dell’astuto Salvini, adesso pare orientata verso il «sì» per il puro gusto di disubbidire a Silvio e certificare che in politica ormai lui conta meno di una felpa.
Mettetevi nei panni di quest’uomo generoso e paziente: dopo lunghe ricerche aveva finalmente trovato il candidato giusto per perdere, Bertolaso, e già flirtava con la grillina Raggi per portarsi avanti col lavoro. Quand’ecco che spunta la Meloni a sparigliare tutto. E se arriva al ballottaggio? E se poi, non sia mai, vince? Ma sono scherzi da fare a un anziano? 

Massimo Gramellini
La Stampa 16 Marzo 2016
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